AFRICA/MAROCCO - “Il filo spinato con lame per difendere le enclave spagnole è un attacco all’integrità fisica dei migranti” dice il Vescovo di Tangeri

mercoledì, 11 dicembre 2013

Tangeri (Agenzia Fides)- “Il filo spinato con lame sulle recinzioni di Ceuta e Melilla. è un attacco alla integrità fisica dei migranti: quelle lame tagliano, feriscono, mutilano, e sono in contrasto con il dovere che tutti noi abbiamo di rispettare i diritti di uomini, donne e bambini africani nel loro cammino verso i Paesi d'Europa” denuncia Mons. Santiago Agrelo Martinez, Vescovo di Tangeri in una lettera inviata al Ministro degli Interni della Spagna, Jorge Fernández, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, che si è celebrata ieri, 10 dicembre.
A novembre il governo spagnolo ha deciso di reintrodurre il filo spinato con lame nella barriera che divide il Marocco dalle enclave spagnole di Ceuta e Melilla, eliminate nel 2007 per i profondi tagli che causavano alle mani e alle gambe dei migranti che cercavano di saltare la doppia barriera di ferro della frontiera. Dopo le proteste di organizzazioni non governative spagnole e internazionali, erano state sostituite con una terza barriera di metallo.
“Resta inteso- scrive il Vescovo- che un governo deve garantire un'adeguata sicurezza dei cittadini nel territorio della nazione. Ma la sua legittimità svanisce, se per far questo si usano mezzi che privano gli altri del diritto fondamentale alla salute, al benessere, al cibo, all’abbigliamento, all’alloggio, alle cure mediche, ai servizi sociali”.
“Le lame causano solo dolore e morte” conclude Mons. Agrelo Martinez, chiedendo lo smantellamento delle reti di filo spinato con lame. (L.M.) (Agenzia Fides 11/12/2013)


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