AFRICA/BURUNDI - Le parrocchie del Burundi mobilitate nel raccogliere aiuti contro la carestia. Futuro del paese ed esito del referendum costituzionale: intervento a Fides di un sacerdote locale

martedì, 1 febbraio 2005

Bujumbura (Agenzia Fides)- Si aggrava la situazione alimentare nel nord del Burundi dove una forte siccità mette a rischio migliaia di persone (vedi Fides 12 e 20 gennaio 2005). “Almeno 90 persone sono già morte nella diocesi di Muyinga” riferisce all’Agenzia Fides un sacerdote burundese. “Per far fronte alla situazione le parrocchie del Burundi hanno avviato una raccolta di fondi e di beni di prima necessità da inviare nelle zone colpite dalla carestia” racconta la fonte di Fides. Anche organizzazioni cattoliche come Caritas e Catholic Relief Service sono impegnati in programma di assistenza della popolazione burundese.
Il paese sta vivendo un momento delicato mentre si avvicina il giorno del referendum sulla nuovo Costituzione, che si terrà il 28 febbraio. “Al centro della discussione delle forze politiche vi è la possibilità per l’attuale Presidente di transizione, Domitien Ndayizeye, di presentarsi candidato alle prossime elezioni presidenziali che si terranno in primavera” dice il sacerdote. “Secondo gli accordi di Arusha (Tanzania) firmati nel 2000 dalla maggior parte dei partiti burundesi, infatti, chi ha ricoperto l’incarico di Presidente durante il periodo di transizione non può candidarsi alle successive elezioni che devono mettere fine alla transizione” spiega il sacerdote.
Gli accordi di Arusha hanno dato vita a un periodo di transizione in base al quale nei primi 18 mesi di governo il presidente è stato il tutsi Pierre Buyoya assistito da un vicepresidente hutu; nei successivi 18 mesi si ha avuto un rovesciamento di ruoli con l’hutu Ndayizeye, alla Presidenza affiancato da un vicepresidente tutsi. Quest’anno con l’approvazione referendaria della nuova Costituzione, votata dal Parlamento, ed elezioni locali e nazionali il periodo transitorio è destinato a finire e il Burundi dovrebbe trovare la strada della normale vita democratica.
Rimane però l’ostacolo della guerriglia delle Forze Nazionali di Liberazione (FNL), l'ultimo gruppo che ancora porta avanti la guerra civile in Burundi, che ieri, 31 gennaio hanno respinto la proposta di mediazione avanzata dal Sudafrica, accusando Pretoria di appoggiare le posizioni del governo centrale burundese. Un rifiuto che appare complicare di molto la situazione, dopo una schiarita venuta la scorsa settimana, quando le parti avevano convenuto di aprire negoziati a Dar es Salaam (Tanzania), senza però specificare quando i colloqui sarebbero partiti. (L.M.) (Agenzia Fides 1/2/2005 righe 32 parole 402 )


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