AFRICA - Burundi e Repubblica Democratica del Congo preparano le prossime scadenze elettorali che dovrebbero spianare la strada alla pace

martedì, 25 gennaio 2005

Roma (Agenzia Fides)- La Repubblica Democratica del Congo e il vicino Burundi continuano la loro marcia verso le elezioni che dovrebbero aprire la strada alla pacificazione nazionale. Ieri, 24 gennaio, la Commissione elettorale nazionale del Burundi ha stabilito che il referendum sulla Costituzione si terrà il 28 febbraio. La consultazione referendaria, che è stata rimandata 4 volte, segna l’inizio di una tornata elettorale che si concluderà ad aprile di quest’anno con le elezioni presidenziali e politiche.
La nuova Costituzione è stata approvata l’anno scorso dal Parlamento ma deve essere confermata da un referendum popolare. La Carta costituzionale prevede che il Consiglio dei ministri e l’Assemblea nazionale siano composti per il 60% da rappresentati hutu e per il 40% da tutsi. Il Senato invece sarò composto dal 50% di rappresentanti tutsi e il 50% di hutu.
Le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali hanno donato 12 milioni di dollari per sostenere il processo elettorale burundese. Esperti della Commissione elettorale indipendente hanno però affermato che occorrono altri 10 milioni di dollari per organizzare le elezioni. Nel frattempo sono iniziate le operazioni di registrazione dei votanti per la preparazione delle liste elettorali.
Dal 1993 il Burundi è sconvolto da una guerra civile che vede contrapposti l’esercito governativo, formato in gran parte da tutsi, e diversi movimenti di guerriglia hutu. Il conflitto finora ha provocato almeno 300mila morti. Nel 2000 è stato raggiunto un primo accordo politico ad Arusha (Tanzania) per formare un governo di transizione al quale partecipano la maggior parte dei partiti politici burundesi, ma non la guerriglia. Secondo gli accordi, nei primi 18 mesi di governo il presidente è un tutsi e il vicepresidente un hutu; nei successivi 18 mesi si ha un rovesciamento con un presidente hutu mentre il vicepresidente è un tutsi. Solo con gli accordi di Dar es Salaam del 2003, firmati tra governo e FDD, hanno aperto una reale prospettiva di pace.
Anche la vicina Repubblica Democratica del Congo (RDC), dove entro giugno dovrebbero tenersi elezioni politiche generali, sta faticosamente cercando di uscire da anni di guerra civile. Nel dicembre 2002 infatti era stato raggiunto un accordo che prevede la formazione di un governo di unità nazionale al quale partecipano anche i rappresenti dei diversi movimenti di guerriglia che si sono combattuti nella guerra durata dal 1998 al 2003, provocando almeno 3 milioni di morti.
I diversi partiti congolesi terranno colloqui questa settimana per stabilire un calendario delle elezioni. Il 10 gennaio, sono rimaste uccise almeno 4 persone durante gli scontri verificatisi nel corso di manifestazioni di protesta a seguito delle dichiarazioni del vice presidente della Commissione elettorale indipendente, che aveva definito “irrealistica” la data prevista (vedi Fides 11 gennaio 2005). (L.M.) (Agenzia Fides 25/1/2005 righe 40 parole 480)


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