AFRICA/COSTA D’AVORIO - “Il parlamento discute, l’ONU minaccia sanzioni, ma quello che preoccupa maggiormente gli ivoriani è la disoccupazione e l’aumento della criminalità” dice una fonte di Fides

venerdì, 17 dicembre 2004

Abidjan (Agenzia Fides)- Il Parlamento ivoriano si riunisce oggi, 17 dicembre, in assemblea plenaria per discutere 3 progetti di legge che erano stati approvati in precedenza da un’apposita commissione. I progetti riguardano la revisione dell’articolo 35 della Costituzione sulle condizioni di eleggibilità del Presidente della Repubblica e due leggi sulla nazionalità e la naturalizzazione.
Questi provvedimenti legislativi toccano alcuni dei nodi fondamentali della crisi ivoriana che è originata anche dalla presenza di una forte comunità di immigrati dai paesi limitrofi e di persone discendenti da genitori stranieri. Le modifiche proposte sono volte a dare maggiore rappresentanza agli ivoriani di origine straniera, garantendo, tra l’altro, la possibilità a persone che hanno un solo genitore ivoriano di candidarsi alla carica di Presidente della Repubblica
“Bisognerà vedere se i progetti di legge verranno approvati ma è comunque già prevedibile uno scontro sul referendum confermativo” dice all’Agenzia Fides una fonte locale. “Il partito del Presidente Laurent Gbagbo, ha già annunciato che vuole sottoporre le nuove leggi a un referendum ma l’opposizione si dice contraria”.
A livello diplomatico, il Presidente sudafricano, Thabo Mbeki, continua l’opera di mediazione. Un consigliere del Presidente Gbagbo ha affermato di “sperare molto” nella mediazione sudafricana, mentre una delegazione delle “Forze Nuove”, la guerriglia che controlla il nord della Costa d’Avorio, si è recata in Sudafrica per presentare le proprie proposte di pace.
Nel frattempo, aumentano le pressioni internazionali sui protagonisti della crisi. Ieri, 16 dicembre, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha incaricato una commissione di esperti di preparare una lista di personalità ivoriane che saranno sottoposte a sanzioni nel caso i negoziati di pace dovessero fallire.
“Tutto questo però non tocca da vicino la popolazione ivoriana che ha ben altro a cui pensare” dice la fonte di Fides. “La guerra civile ha distrutto l’economia, centinaia di aziende hanno chiuso i battenti, centinaia di migliaia di persone sono disoccupate. La gente non sa come procurarsi il necessario per vivere. La criminalità è aumentata in modo molto preoccupante. Ad aggravare la situazione, durante gli scontri di novembre sono fuggiti dal carcere Abidjan oltre 3.500 detenuti”. (L.M.) (Agenzia Fides 17/12/2004 righe 32 parole 379)


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