AFRICA/LIBERIA - SI APRONO IN GHANA I COLLOQUI DI PACE TRA GOVERNO E GUERRIGLIA DELLA LIBERIA. SOLIDARIETÀ DEI VESCOVI STATUNITENSI ALLE VITTIME DELLA GUERRA CIVILE LIBERIANA

mercoledì, 4 giugno 2003

Monrovia (Agenzia Fides) - Cominciano oggi, mercoledì 4 giugno, ad Akosombo (Ghana) i colloqui tra governo liberiano e movimenti ribelli: Liberiani uniti per la Riconciliazione e la Democrazia, Movimento per la Democrazia in Liberia (MODEL). Ai colloqui partecipa il Presidente liberiano Charles Taylor e sei Capi di stato dei paesi vicini. La riunione è stata organizzata sotto l’egida della Comunità Economica degli Stati dell’Africa dell’Ovest (CEDEAO) ed è presieduta dal Presidente del Ghana, John Kufuor e da un gruppo di contatto istituito dalle Nazioni Unite, comprendente Unione Europea, Unione Africana, Stati Uniti, Francia, Senegal, Nigeria, Ghana e Marocco.
È la prima volta che governo e ribelli della Liberia si incontrano per mettere fine a una sanguinosa guerra civile che sta devastando il paese dal 1999, e che coinvolge gli Stati vicini, in particolare Sierra Leone e Costa d’Avorio.
La Liberia, fondata nell’Ottocento dai discendenti degli schiavi americani, è stata oggetto di una recente dichiarazione dei Vescovi statunitensi: Pubblicata il 29 maggio, la dichiarazione è firmata da mons. John H. Ricard, Vescovo di Pensacola-Tallahassee e Presidente del Comitato per la Politica Internazionale della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti. “Dal 1999 - scrivono i Vescovi americani - il popolo della Liberia sta soffrendo le gravi conseguenze di una guerra civile che ha provocato la morte di migliaia di civili innocenti. Più di un milione di persone sono state costrette a diventare profughi interni, mentre un altro mezzo milione hanno cercato rifugio nei paesi vicini. Il governo e le forze ribelli sono state accusate di commettere gravi violazioni dei diritti umani, incluse violenze contro donne e ragazze, arruolamenti forzati di bambini, saccheggi, massacri etnici.”
La guerra, secondo i Vescovi statunitensi, ha distrutto la vita economica e sociale del paese: “Il sistema educativo e quello sanitario, già a pezzi a causa della prima guerra civile del 1989-94, sono stati devastati. Il tasso di disoccupazione è dell’85% e la maggior parte delle attività economiche legali sono ferme”.
In questo contesto, i Vescovi sottolineano che “chiese, ospedali, e altri edifici appartenenti alle comunità religiose della Liberia sono state saccheggiate e distrutte dai gruppi ribelli e dalle forze fedeli al Presidente Taylor. Nonostante questi impedimenti, la Chiesa cattolica continua la sua missione di servire coloro che più sono stati colpiti dalla guerra. Insieme alla Chiesa della Liberia, rimaniamo convinti che non vi sia una soluzione militare alla guerra civile. Sosteniamo l’appello della Chiesa cattolica e del Consiglio Inter-religioso della Liberia per un immediato e incondizionato cessate-il-fuoco e per la creazione di un governo di unità nazionale”.(L.M.) (Agenzia Fides 4/6/2003, righe 37, parole 456)


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