AFRICA/MALAWI - Il Malawi nell’analisi di mons. Nervi nuovo Vescovo di Mangochi e profondo conoscitore del paese

sabato, 27 novembre 2004

Roma (Agenzia Fides)- “L’Islam del Malawi è comunque tollerante, ma bisogna prestare attenzione alle infiltrazioni degli integralisti” dice all’Agenzia Fides mons. Luciano Nervi, Monfortano nuovo Vescovo di Mangochi (Malawi centro-meridionale). “È un ritorno alle origine essendo stato missionario in quella diocesi per 16 dal 1970 al 1986” dice mons. Nervi. “Ho visto nascere la Diocesi grazie agli sforzi del mio predecessore, mons. Alessandro Assolari. È stato dura all’inizio. In quella zona risiede infatti l’etnia Yao (si pronuncia Ayao) che sono musulmani, provenienti dalle coste del Mozambico, dove erano legati al traffico di schiavi con gli arabi di Zanzibar. Si tratta di una popolazione che ha dominato per un certo periodo su parte del Malawi. Poi con l’arrivo della colonizzazione inglese si misero in disparte, non accettando di essere integrati nel resto del paese. Quando gli inglesi e in seguito il governo indipendente cercavano di costruire scuole, queste venivano subito bruciate” ricorda mons. Nervi. “Quando siamo arrivati noi missionari Monfortani abbiamo iniziato un paziente dialogo con i capi tribù e poco a poco siamo riusciti a convincerli dell’importanza dell’istruzione. Dopo aver fondato la prima scuola in un villaggio, tutti gli altri capi tribù ci chiesero di costruirla anche nel loro”.
“L’Islam africano è comunque tollerante ed è possibile il dialogo interreligioso. Purtroppo però da una decina di anni, anche in Malawi come in altre parti dell’Africa, sono arrivati predicatori integralisti provenienti dal mondo arabo, che stanno diffondendo il messaggio dell’intolleranza. Sono dotati di molti fondi per costruire moschee, scuole e opere di carità. Il Malawi, nella loro ottica, è un punto strategico per diffondere il verbo dell’integralismo in tutta l’Africa sud-orientale: l’etnia Yao infatti è presente anche nel Mozambico centrale” afferma mons. Nervi. “La comunità cattolica, che ricordo è formata da persone del posto, non da occidentali, è identificata dagli integralisti con l’occidente. È quanto accaduto qualche tempo fa, quando il Malawi concesse l’estradizione di due persone ricercate per terrorismo dagli Stati Uniti. A Mangochi, alcuni estremisti assaltarono la locale missione e volevano linciare un sacerdote del posto” ricorda mons. Nervi che aggiunge “Gli integralisti sono un problema in primo luogo per gli stessi capi musulmani locali che vedono la loro concezione della religione stravolta da posizioni estremiste che nulla hanno a che fare con l’Islam tollerante africano”.
“Voglio comunque proseguire sulla via del dialogo e della pace, favorendo occasioni di incontro e di preghiera comune tra la comunità cattolica e quella musulmana e promuovendo azioni comuni in campo sociale e umanitario” dice il Vescovo.
Mons. Nervi che ha studiato giornalismo all’Università cattolica di Milano, è sensibile alle tematiche del giornalismo missionario. “Dopo aver operato in Malawi per 16 anni, sono tornato in Italia dove ho diretto la rivista dei Monfortani “Apostolato di Maria”. In questa veste ho potuto toccare con mano la realtà della missione nei diversi continenti. Oltre in Africa, sono stato in America Latina e in Asia” ricorda mons. Nervi.
La comunità cattolica della Diocesi di Mangochi conta attualmente circa 200mila persone, servite da 20 missionari di cui 2 Fidei Donum e una quarantina di sacerdoti.
Il nuovo Vescovo è nato a Sforzatica di Dalmine (Bergamo) il 26 gennaio 1938. Ha studiato in patria. Ha conseguito la licenza in Teologia presso l’Università Lateranense oltre ad una laurea in Lettere e un diploma in giornalismo e scienze sociali presso l’Università Cattolica di Milano. (L.M.) (Agenzia Fides 27/11/2004 righe 46 parole 578)


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