AMERICA/VENEZUELA - “Dobbiamo uscire dalle nostre frontiere, perché non siamo soltanto il futuro dell’umanità, ma vogliamo essere anche il presente missionario dell’America e del mondo” affermano i partecipanti al 3° Incontro Americano dei giovani missionari (III ENAJOMIS)

venerdì, 26 novembre 2004

Caracas (Agenzia Fides) - Con l’obiettivo di “definire, animare e consolidare l’identità della gioventù missionaria americana, assumendo le sfide e le esigenze della Nuova Evangelizzazione”, si è svolto di recente alla Guaira (Stato di Vargas-Venezuela), il 3° Incontro Americano dei giovani missionari (III ENAJOMIS) con lo slogan “Giovani d’America senza timore… disponibili per la Missione”. Alla festa missionaria, organizzata dal Segretariato Nazionale della Gioventù Missionaria delle Pontificie Opere Missionarie del Venezuela in coordinamento con gli altri Segretariati Nazionali dei Giovani Missionari delle altre nazioni americane, hanno partecipato delegazioni di 23 nazioni del continente americano e anche una rappresentazione della Spagna.
A conclusione dell’evento missionario, i giovani hanno reso noto un “Comunicato dei giovani missionari d’America dal 3° Incontro Americano di Giovani Missionari”, nel quale i giovani affermano che “il servizio più grande che la Chiesa può offrire all’umanità nelle attuali circostanze del mondo, è l’evangelizzazione missionaria”. In questa ottica affermano che la maturità raggiunta dalla gioventù missionaria dell’America in questo inizio del Terzo Millennio, li sollecita ad impegnarsi nell’evangelizzazione dei giovani; con la consapevolezza che essi devono uscire dalle proprie frontiere, poiché come giovani cristiani, non soltanto sono il futuro del mondo, ma desiderano essere ancor di più il presente missionario d’America e del mondo.
Il documento tratteggia inoltre l’identikit del giovane missionario americano risultante dalle riflessioni e dai lavori di gruppo: Il giovane missionario ha senso di appartenenza alle POM, le conosce, le diffonde ed è disponibile a portare agli altri la dimensione missionaria che esse offrono. Scopre la sua vocazione missionaria, che lo conduce a vivere in pienezza l’universalità del mandato missionario di Cristo. Possiede un’esperienza viva e profonda di Cristo, è disponibile a farlo conoscere tra coloro che ancora non lo conoscono. Possiede una visione universale, ed è disposto ad adempiere al mandato di Cristo: “Andate ed annunciate il Vangelo a tutti i popoli” per rendere possibile che giunga a tutte le genti. E’ capace di conoscere, accettare e trasformare la sua realtà personale e sociale alla luce del Vangelo. Vive un processo di crescita e formazione integrale missionaria. Cammina partecipando alla missione della Chiesa, vivendo la ricchezza della fraternità sull’esempio delle prime comunità cristiane. Ama la sua cultura, rispetta e valorizza gli altri. Con la sua gioia, semplicità e responsabilità è testimone della speranza, capace di assumere nuove sfide in un mondo in continuo cambiamento.
Facendo eco alle parole di Giovani Paolo II, i giovani missionari americani concludono il loro comunicato affidando i loro propositi missionari alla Vergine di Guadalupe, ed esortano tutti i loro coetanei del continente a non avere paura di donarsi a Cristo e di portarlo agli altri: “Non avere paura di donarti a Cristo e di portarlo agli altri… osa…osa..!”.
Sede e data del 4° ENAJOMIS, saranno stabilite definitivamente dopo l’incontro dei Direttori Nazionali delle POM del Continente Americano, nel marzo 2005, e dopo l’Assemblea Generale delle POM a maggio 2005. Con molta probabilità sarà prescelta Quito (Ecuador), in data successiva alla celebrazione del CAM 3, come si legge nella comunicazione inviata all’Agenzia Fides da Luis Alberto Piñango Dominguez, Segretario Nazionale di “JOVENMISIÓN” in Venezuela. (RZ) (Agenzia Fides 26/11/2004, righe 38, parole 513)


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