AFRICA/CONGO RD - Da Bukavu tra voci di speranza e nuovi allarmi di guerra

giovedì, 25 novembre 2004

Bukavu (Agenzia Fides)-“La gente di Bukavu era informata e guardava con interesse alla visita della delegazione delle Nazioni Unite. Purtroppo, però, la delegazione è giunta in ritardo, a causa di alcune difficoltà incontrate nel viaggio, e ha potuto intrattenersi solo poche ora nella città, e non è stato possibile incontrare la popolazione” dicono all’Agenzia Fides fonti locali da Bukavu, capoluogo del sud Kivu nell’est della Repubblica Democratica del Congo, dove si è recata una delegazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Facevano parte della delegazione i rappresentati dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La missione era incaricata di verificare la situazione nell’est del Congo in attesa delle elezioni che si terranno il prossimo anno.
I rappresentati delle Nazioni Unite hanno assicurato che arriveranno al più presto 6mila Caschi Blu supplementari per rafforzare la Missione delle Nazioni Unite in Congo (MONUC). La delegazione, che proveniva dal Rwanda e si è poi recata in Burundi, sta visitando i paesi della regione dei Grandi Laghi all’indomani Conferenza internazionale sui Grandi Laghi tenutasi la settimana scorsa a Dar es-Salaam (Tanzania) che ha visto la partecipazione di 15 Capi di Stato e di governo africani (vedi Fides 20 novembre 2004). Al termine della Conferenza, era stata firmata una dichiarazione comune in cui si afferma l’impegno a promuovere la pace nella regione. Nella dichiarazione comune gli statisti si impegnano a promuovere oltre alla “pace”, la “stabilita” politica e sociale”, “la crescita e lo sviluppo condiviso”.
“Alla luce di questa dichiarazione, risultando sorprendenti le attuali posizioni del governo rwandese di volere sconfinare in territorio congolese per contrastare le milizie hutu rwandesi che si nascondono da 10 anni in Congo” dicono le nostre fonti. “La dichiarazione afferma solennemente il rispetto delle frontiere dei paesi della regione e ogni Stato si impegna a far sì che il proprio territorio non sia usato per condurre attacchi contro i propri vicini. Lasciamo allora che siano i soldati congolesi a disarmare queste milizie”.
Secondo le fonti di Fides, la maggior parte dei miliziani hutu rwandesi si troverebbero lontano della frontiera rwandese. “Queste milizie rappresentano un problema per il Congo più che per il Rwanda. I miliziani taglieggiano i congolesi e violentano le donne congolesi. Il governo di Kinshasa ha dispiegato nella zona dove sono presenti queste milizie, i militari della X Regione Militare e si spera che i soldati riescono a fermare e a disarmare queste persone” concludono le fonti di Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 25/11/2004 righe 35 parole 446)


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