ASIA/INDIA - Frenare la violenza sociale e religiosa nella proposta di legge che il governo presenterà all’esame del Parlamento indiano

giovedì, 18 novembre 2004

New Delhi (Agenzia Fides) - Il Parlamento indiano esaminerà ben presto una legge che ha lo scopo di scoraggiare e frenare al violenza sociale e religiosa. Lo ha annunciato il governo guidato da Manmohan Singh che, dopo le elezioni dell’aprile scorso, aveva promesso un intervento legislativo in favore delle minoranze religiose, per fermare la violenza e il conflitto fra comunità diverse, che ancora si registra nella società indiana. Il Premier vuole distinguere la propria linea politica da quella delle formazioni nazionaliste indù e penalizzare le azioni di gruppi estremisti che minano la convivenza sociale e religiosa che ha sempre caratterizzato la grande nazione indiana.
Il voto dell’aprile scorso ha segnato la vittoria del Partito del Congresso e la sconfitta del Baratiya Janata Party, formazione nazionalista indù che ha governato la Federazione indiana nella scorsa legislatura.
Il Ministro degli Interni indiano, Shivraj Patil ha dato disposizioni di preparare una disegno di legge che sarà oggetto di un dibattito pubblico prima di essere sottoposto all’esame del parlamento. Saranno chiamati a offrire suggerimenti sul provvedimento enti quali il Consiglio per l’Integrazione Nazionale, la Commissione Nazionale per i Diritti umani, e altri organismi che operano nel campo dei diritti sociali e culturali.
La legge che verrà presentata in Parlamento, oltre a ribadire la natura pluralistica e secolare della nazione indiana, cercherà di stabilire le procedure investigative per i crimini collegati a episodi di violenza sociale e religiosa, e di garantire un rispetto della legge e dell’ordine civile nei casi di scoppio di conflitti.
I tempi per la presentazione del provvedimento in Parlamento non sono stati indicati con certezza, ma il Ministro Patil ha sottolineato che è intenzione del governo conclude l’iter legislativo “al più presto possibile”.
All’indomani delle elezioni politiche, le comunità cristiane indiane scrissero un messaggio al nuovo governo chiedendogli di “lavorare per una nazione libera e democratica in cui la diversità si fa ricchezza”. I cristiani auspicavano di mettere al centro dell’azione politica la questione della povertà, migliorando la vita delle fasce deboli e degli emarginati e assicurando il rispetto della Costituzione, specialmente riguardo ai diritti delle minoranze.
Successivamente i Vescovi indiani hanno manifestato il loro apprezzamento per il programma del nuovo esecutivo, assicurando la collaborazione della Chiesa cattolica nel realizzare politiche sociali innovative e nel creare un’atmosfera di armonia sociale nel paese. (PA) (Agenzia Fides 18/11/2004 righe 38 parole 395)


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