AFRICA/UGANDA - Protocollo per curare “ferite invisibili” causate dalla guerra, dal terrorismo e dalle torture

lunedì, 8 novembre 2004

Roma (Agenzia Fides) - Attualmente sono oltre un miliardo le persone che nel mondo vivono in situazioni di guerra, terrorismo, torture e che subiscono forme di violenza tali da lasciare “ferite invisibili” come disturbi mentali, depressione e altri problemi psichici.
La cifra, che da anche il nome al “Progetto One billion”, rende l’idea dell’entità di questo fenomeno e dell’iniziativa che si rivolge alle persone che vivono in quei Paesi dove i conflitti sono finiti ed è già iniziata la fase della ricostruzione.
Il progetto, presentato a Roma, è promosso dalla Caritas di Roma, dall’Harvard University di Boston, dall'Istituto Superiore della sanità e dall’Istituto Studi superiori Assunzione, insieme a numerose istituzioni pubbliche che hanno dato il patrocinio.
Avviato tre anni fa, avrà la fase culminante nel Congresso Internazionale che si svolgerà a Roma il 3 e 4 dicembre prossimi. In quell’occasione i ministri della sanità di circa 50 Paesi (tra cui Afghanistan, Angola, Burundi, Cambogia, Vietnam, Congo, Guatemala, Eritrea, Etiopia, Uganda) sottoscriveranno un documento chiamato 'Action plan', ossia un piano di azione internazionale per la cure delle ferite invisibili.
Il progetto One billion mira innanzitutto a sensibilizzare i governi sul problema e ad avviare dei piani di sviluppo e dei protocolli di attuazione nei vari Paesi. L’Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto ufficialmente, già nel 1980, l’esistenza del disturbo da stress post traumatico (Ptsd), che richiede consigli e assistenza medica. (AP) (8/11/2004 Agenzia Fides; Righe:22; Parole:243)


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