AFRICA/BURUNDI - Tensioni nel nord Burundi: almeno 1000 Tutsi costretti a rifugiarsi in Rwanda

mercoledì, 6 ottobre 2004

Bujumbura (Agenzia Fides)- “La stampa locale e il governo burundese per il momento non ne parlano. La fuga di Tutsi dal nord del Burundi nel confinante Rwanda non è ancora all’ordine del giorno a Bujumbura” dicono all’Agenzia Fides fonti locali da Bujumbura, capitale del Burundi. Secondo fonti di stampa internazionale sono più di mille Tutsi burundesi rifugiatisi in Rwanda. I rifugiati affermano di essere stati minacciati da bande armate Hutu che di notte sparano in direzione delle loro case. La maggior parte dei fuggitivi sono donne e bambini. Il Programma Alimentare Mondiale (PAM) ha annunciato l’invio di aiuti alimentari nei campi profughi in Rwanda.
“Sono soprattutto le bande legate alle Forze di Liberazione Nazionale (FLN) e tormentare la popolazione civile” dicono le fonti di Fides. L’FNL è il secondo gruppo di guerriglia Hutu del Burundi, caratterizzato da un’ideologia estremista che pone in primo piano l’appartenenza etnica. A differenza del FLN, l’FDD (Forze per la Difesa della Democrazia) il principale gruppo di guerriglia del Burundi è caratterizzato da un approccio più articolato e meno ideologico che gli ha permesso di firmare un accordo di pace con il governo.
“Se vi sono ancora tensioni a livello militare, sul piano politico, i diversi partiti stanno avviando contatti per definire il cammino del processo di transizione dopo che il referendum costituzionale è stato rimandato sine die” dicono le nostre fonti. Il 30 settembre, la Commissione Elettorale indipendente ha annunciato infatti il rinvio della consultazione referendaria sul progetto di Costituzione approvato dal Parlamento il 17 settembre (vedi Fides 1° ottobre 2004). La votazione parlamentare era stata però boicottata da 82 parlamentari su 271. I partiti tutsi avevano infatti chiesto ai propri parlamentari di non partecipare al voto. “Le tensioni politiche sembrano superate e tutti vogliono pensare al futuro” affermano le fonti di Fides. “Il 1° novembre termina ufficialmente il periodo di transizione e l’ultimo atto del Parlamento transitorio sarà quello di nominare il nuovo Presidente e il nuovo Vicepresidente”. L’attuale Parlamento e l’attuale Presidenza sono nati infatti in base agli accordi di Arusha del 2000 che prevedono una condivisione del potere tra i partiti tutsi e hutu. Secondo le intese, nei primi 18 mesi di governo il presidente è un tutsi e il vicepresidente un hutu; nei successivi 18 mesi vi è stato un rovesciamento con un presidente hutu mentre il vicepresidente è un tutsi. Questo complesso schema serve per superare le diffidenze reciproche tra gruppi rivali divisi da anni di lotte. (L.M.) (Agenzia Fides 6/10/2004 righe 34 parole 428)


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