OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - “Impiccare i criminali?”: ferve il dibattito sulla pena capitale

martedì, 14 maggio 2013

Port Moresby (Agenzia Fides) – Ferve il dibattito sulla pena di morte in Papua nuova Guinea, a tutti i livelli: istituzioni, società civile, chiese, mass-media, università. Alcuni settori della società chiedono un referendum sulla questione, altri si battono per una moratoria o per l’abolizione. I Vescovi hanno pronunciato un netto rifiuto, anche in un recente incontro con il Primo Ministro, affermando che la pena capitale non è un deterrente per il crimine.
Con una nota inviata all’Agenzia Fides, p. Giorgio Licini, Segretario della Commissione per le Comunicazioni Sociali nella Conferenza Episcopale di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone, interviene del dibattito: “Bisogna ricordare che la pena di morte è già parte del sistema giudiziario in Papua Nuova Guinea. E, secondo le leggi vigenti, le esecuzioni dovrebbero sere svolte per impiccagione. L’impiccagione è quanto il Procuratore Generale e il Ministro della Giustizia, Kerenga Kua, hanno chiaramente indicato in recenti pubblici discorsi. Tuttavia, l’impiccagione è stata ritenuta disumana e obsoleta dal governo. Ma il governo e il parlamento non hanno aggiornato la legislazione e le modalità per eseguire le condanne a morte. Avrebbero probabilmente scelto l’iniezione letale, procedura più accettata nei cosiddetti paesi sviluppati, ma lo non hanno mai fatto, e ci si chiede perché”, afferma la nota.
Il portavoce dei Vescovi spiega: “La pena di morte, tuttora presente in diversi paesi del mondo, va contro lo sviluppo generale della prassi giudiziaria e dell'opinione generale. Il mondo tende ad abbandonare la pena di morte, non a promuoverla. Pertanto, un paese, introducendo o implementando la pena di morte, non guadagnerà un plauso internazionale, ma piuttosto dure critiche. La Papua Nuova Guinea– conclude – dovrebbe probabilmente guardare a strumenti di più efficace. L’ergastolo, congiunto al lavoro, potrebbe probabilmente essere la risposta migliore per i crimini compiuti”. (PA) (Agenzia Fides 14/5/2013)


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