EUROPA/FRANCIA - Pauline Jaricot è stata “come Davide che affronta Golia”: il Segretario del Dicastero Missionario al convegno di Lione

lunedì, 9 gennaio 2012 pontificie opere missionarie  

Lione (Agenzia Fides) – “Rileggendo la vita di Pauline Jaricot, io penso a Davide, questo piccolo pastore, che affronta Golia. Sì, Pauline è Davide, e direi che il clima religioso e culturale fortemente anticlericale seguito alla Rivoluzione Francese, è il suo Golia”. A tratteggiare questo parallelo è Sua Ecc. Mons. Savio Hon Tai Fai, Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, nel suo intervento al colloquio internazionale sul tema “Pauline Jaricot, una donna sempre attuale” che si svolge oggi a Lione, in occasione del 150° anniversario della nascita al cielo della venerabile Pauline Marie Jaricot (1799-1862), che dedicò tutta la sua vita alla missione, alla preghiera ed al servizio dei poveri, fondando la Pontificia Opera della Propagazione della Fede ed il Rosario vivente (vedi Fides 07/01/2012).
Come Davide, anche Pauline Jaricot si è recata al torrente della Scrittura, ha spiegato il Segretario del Dicastero Missionario, dove ha trovato le sue cinque piccole pietre levigate: la preghiera, la carità, l’umiltà, la fiducia in Dio, l’amore per il Santo Padre. “Pauline fonda il Rosario Vivente, questa catena di preghiera che sale ogni giorno dal cuore dei fedeli verso il Signore, per la propagazione del Vangelo e la venuta del Regno di Dio sulla terra” ha detto Mons. Savio Hon Tai Fai . La seconda pietra è quella della Carità: “Pauline comprende che le missioni hanno anche bisogno di aiuto materiale, e a questo scopo organizza una raccolta settimanale per le missioni”, la prima nella storia, ad imitazione della colletta dei primi cristiani per la comunità di Gerusalemme, che successivamente estende a tutte le nazioni. Tradita, ingannata da loschi affaristi, Pauline vede poi contestato il suo ruolo di fondatrice, la sua salute malferma ed il suo cammino spirituale la riducono al silenzio. “Fino alla fine della sua vita, essa porterà con amore tutte le sue croci, fedele all’offerta che aveva fatto di se stessa a Cristo nella sua Passione, che era stata il motore del suo impegno”. Infine la sua incrollabile fiducia in Dio, che non viene scalfita nemmeno dalle più grandi difficoltà, e l’amore per il Santo Padre, concretizzato in una “obbedienza docile e attiva”: “alla luce della fede, comprende che la sua sottomissione alla Chiesa è la garanzia della fedeltà dell’Opera al suo carisma”.
Concludendo il suo intervento, Mons. Savio Hon Tai Fai ha ricordato le parole incise nella cappella dove è conservato il suo cuore, che la definiscono “martire della carità in favore della classe operaia”, ed ha sottolineato che “il suo esempio ha anticipato in maniera profetica l’appello di Benedetto XVI quando ha detto: ‘E’ necessario gettare le reti del Vangelo nel mare della storia per guidare gli uomini verso la terra di Dio’.” (SL) (Agenzia Fides 9/01/2012)


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