VATICANO - Messaggio di Natale: “Il Signore soccorra l’umanità ferita dai tanti conflitti, che ancora oggi insanguinano il Pianeta”

mercoledì, 28 dicembre 2011

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “In questo Natale 2011, rivolgiamoci al Bambino di Betlemme, al Figlio della Vergine Maria, e diciamo: ‘Vieni a salvarci!’. Lo ripetiamo in unione spirituale con tante persone che vivono situazioni particolarmente difficili, e facendoci voce di chi non ha voce.” E’ l’invito espresso dal Santo Padre Benedetto XVI durante il Messaggio natalizio pronunciato nella Solennità del Natale del Signore, dalla Loggia esterna della Basilica Vaticana. Il Papa ha invitato a pregare per le popolazioni del Corno d’Africa, “che soffrono a causa della fame e delle carestie, talvolta aggravate da un persistente stato di insicurezza”, e per “i numerosi profughi provenienti da tale Regione”; per le popolazioni della Thailandia e delle Filippine, “ancora in gravi situazioni di disagio a causa delle recenti inondazioni”. “Il Signore soccorra l’umanità ferita dai tanti conflitti, che ancora oggi insanguinano il Pianeta – ha proseguito il Pontefice -. Egli, che è il Principe della Pace, doni pace e stabilità alla Terra che ha scelto per venire nel mondo, incoraggiando la ripresa del dialogo tra Israeliani e Palestinesi. Faccia cessare le violenze in Siria, dove tanto sangue è già stato versato. Favorisca la piena riconciliazione e la stabilità in Iraq ed in Afghanistan. Doni un rinnovato vigore nell’edificazione del bene comune a tutte le componenti della società nei Paesi nord africani e mediorientali. La nascita del Salvatore sostenga le prospettive di dialogo e di collaborazione in Myanmar, nella ricerca di soluzioni condivise. Il Natale del Redentore garantisca stabilità politica ai Paesi della Regione africana dei Grandi Laghi ed assista l’impegno degli abitanti del Sud Sudan per la tutela dei diritti di tutti i cittadini”. Al termine del Messaggio il Papa ha pronunciato l’augurio natalizio in 65 lingue.
Anche nel giorno di Santo Stefano, 26 dicembre, il Pontefice si è affacciato dalla finestra del suo studio per recitare la preghiera dell’Angelus con i fedeli riuniti in piazza San Pietro. Nel suo discorso il Santo Padre ha ricordato la figura di Stefano, “uomo di preghiera e di evangelizzazione, il cui nome significa ‘corona’, ha ricevuto da Dio il dono del martirio”. Quindi ha ricordato che, dopo la generazione degli Apostoli, i martiri acquistarono “un posto di primo piano nella considerazione della Comunità cristiana”. Nei tempi di maggiore persecuzione, il loro elogio ha rinfrancato il cammino dei fedeli e incoraggiato chi è in cerca della verità a convertirsi al Signore. “Come nell’antichità anche oggi la sincera adesione al Vangelo può richiedere il sacrificio della vita e molti cristiani in varie parti del mondo sono esposti a persecuzione e talvolta al martirio”. Dopo la preghiera dell’Angelus, il Pontefice ha ricordato le violenze accadute in Nigeria nel giorno di Natale, con queste parole: “Il Santo Natale suscita in noi, in modo ancora più forte, la preghiera a Dio affinché si fermino le mani dei violenti, che seminano morte e nel mondo possano regnare la giustizia e la pace. Ma la nostra terra continua ad essere intrisa di sangue innocente. Ho appreso con profonda tristezza la notizia degli attentati che, anche quest’anno nel Giorno della Nascita di Gesù, hanno portato lutto e dolore in alcune chiese della Nigeria. Desidero manifestare la mia sincera e affettuosa vicinanza alla comunità cristiana e a tutti coloro che sono stati colpiti da questo assurdo gesto e invito a pregare il Signore per le numerose vittime. Faccio appello affinché con il concorso delle varie componenti sociali, si ritrovino sicurezza e serenità. In questo momento voglio ripetere ancora una volta con forza: la violenza è una via che conduce solamente al dolore, alla distruzione e alla morte; il rispetto, la riconciliazione e l’amore sono l’unica via per giungere alla pace”. (SL) (Agenzia Fides 28/12/2011)


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