Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Giovanni Paolo II continua ad essere vivamente preoccupato per la situazione delle popolazioni del Darfur, la regione occidentale del Sudan confinante con il Ciad, che si è drammaticamente aggravata nell’ultimo anno. Per questo motivo il Pontefice ha inviato l’Arcivescovo Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, in Sudan per esprimere la Sua vicinanza e solidarietà: ne da notizia un comunicato diffuso oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede. Il Santo Padre desidera che la voce dei popoli del Darfur sia ascoltata e presa in considerazione e che i loro diritti umani fondamentali siano rispettati.
Il Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, accompagnato dal Sotto-Segretario Mons. Dal Toso, partirà il 22 luglio per Khartoum; incontrerà il Nunzio S.E. Mamberti, il Cardinale Arcivescovo della capitale Sua Eminenza Gabriel Zubeir Wako, e i rappresentanti dell’Episcopato sudanese per essere informato sul conflitto in corso che Kofi Anann ha definito una vera e propria "pulizia etnica". Con l’assistenza delle Nazioni Unite, Mons. Cordes si recherà nella zona calda del Darfur, ove è sempre più difficile accedere per gli scontri, e visiterà i campi profughi a Nyala. Oltre la guerra, anche le condizioni di povertà disperata di questi "campi" causano vittime: secondo l’ONU oltre 100 morti al giorno. La situazione in Sudan è talmente compromessa - in più di vent’anni di conflitto, due milioni di morti, cinque milioni tra sfollati e rifugiati - da essere stata definita un "Rwanda al rallentatore". Il Pontificio Consiglio Cor Unum aveva già inviato nel Darfur un aiuto finanziario tramite l’Alto Commissario per i Rifugiati.
In una lettera inviata dal Cardinale Segretario di Stato, Angelo Sodano, a Mons. Cordes, si sottolinea come i recenti accordi tra Governo sudanese e SPLA-SPLM “hanno aperto alcune buone possibilità per la pace e lo sviluppo dell’intero paese”, tuttavia la grave situazione umanitaria in Darfur preoccupa in modo particolare il Santo Padre, che desidera inviare un suo particolare saluto “all’amata comunità cattolica ed a tutti coloro che in Sudan sono nel dolore e nella necessità, soprattutto nella regione del Darfur”, assicurando “la sua vicinanza, solidarietà e preghiera, in particolare per i rifugiati”. Il Papa si augura che la popolazione del Darfur possa ottenere tutti gli aiuti umanitari necessari, specialmente in vista della imminente stagione delle piogge, e che le Autorità sudanesi, insieme alla comunità internazionale, “intensifichino i loro sforzi per raggiungere una giusta soluzione per il Darfur”. Giovanni Paolo II auspica che la voce delle popolazioni del Darfur sia ascoltata e presa in considerazione, e che siano rispettati i diritti umani fondamentali, “specialmente il diritto alla vita, alla libertà politica e religiosa, ed a una pacifica esistenza nei loro territori”. Infine Giovanni Paolo II chiede che la soluzione del problema del Darfur non si prolunghi o approfondisca, con il rischio di vanificare gli accordi di pace tra Nord e Sud, raggiunti dopo prolungati e difficili negoziati. (S.L.) (Agenzia Fides 22/7/2004; Righe 33 - Parole 481)