ASIA/SRI LANKA - No alla legge che vieta le conversioni e viola la libertà di coscienza: messaggio congiunto dei Vescovi cattolici e protestanti

mercoledì, 30 giugno 2004

Colombo (Agenzia Fides) - “Disapproviamo la mossa di creare una legge per proibire o restringere le conversioni e chiediamo a tutti gli uomini di buona volontà di mobilitarsi in favore del libero esercizio della libertà di religione e della libertà di coscienza per tutti”: è una presa di posizione chiara quella dei Vescovi dello Sri Lanka, espressa in un comunicato congiunto del 29 giugno, redatto insieme con i Vescovi delle altre maggiori Chiese cristiane nel paese. Il comunicato, inviato all’Agenzia Fides, è firmato dal Presidente della Conferenza Episcopale, Mons. Vianney Fernando e da altri 11 Vescovi cattolici, mentre per il Consiglio Nazionale delle Chiese hanno firmato il responsabile, Rev. Kumara Illangasinghe, e altri sette Vescovi.
L’attenzione dei Vescovi si è concentrata sul documento intitolato “Divieto di conversioni forzate”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 18 maggio scorso e proposto al Parlamento del Paese, e su altre bozze di provvedimenti per bandire le conversioni, in discussione nel Governo di Colombo.
I Vescovi riconoscono “la crescente ansietà per la questione delle conversioni non-etiche” e che questa può rappresentare una ragione dietro alle proposte di legge. “Non accettiamo - si legge nel messaggio - nessuna pratica non etica o qualsiasi forma di costrizione. Ripetiamo il nostro invito a lavorare insieme come leader di tutte le religioni nel nostro paese per affrontare questa situazione. Siamo sempre pronti e desiderosi di partecipare a ogni processo che possa stemperare le tensioni religiose, a identificar pratiche che feriscono la suscettibilità religiosa di ogni comunità e a lavorare per una maggiore armonia interreligiosa”.
Ma, sottolinea il testo “mentre riconosciamo il problema e ci offriamo di partecipare in modo significativo per affrontare la questione, crediamo con forza che approvare una legge non lo risolverà. Al contrario, essa creerà difficoltà: oltre alle serie violazioni della libertà religiosa, aprirà la strada per l’oppressione delle religioni minori nel paese. In queste circostanze, possiamo solo lavorare per trovare altre strade democratiche per trattare le nostre tensioni interreligiose”.
I Vescovi, dopo aver attentamene studiato le bozze di legge, affermano che, “la libertà di pensiero, coscienza e religione di tutti i cittadini sarebbe messa in serio pericolo”, dato che i provvedimenti in esame “violano diritti fondamentali per il popolo, sanciti nella Costituzione”. “Per questo - continua il testo - nutriamo grande preoccupazione” per la possibile erosione della libertà di scelta personale e del carattere pluralistico dello stato, “entrambi pilastri essenziali in una moderna società democratica”.
Il documento rappresenta anche l’occasione per chiarificare la posizione dei Vescovi sul tema della libertà religiosa: “Tutte e quattro le religioni nel nostro paese hanno esercitato il diritto a propagarsi nel mondo (...) Non vediamo perchè un diritto basilare di cui godiamo in altri paesi debba essere negato nel nostro. Affermiamo il nostro impegno a proteggere la libertà individuale di professare un credo religioso per libera scelta.Nessun ostacolo dev’essere frapposto nell’esercizio di questa libertà, nè con una legge, nè con altri mezzi. E’ una caratteristica e un dovere fondamentale di tutte le religioni insegnare e propagare la propria fede e, nel far questo, esse diffondono i più alti valori umani”. (PA) (Agenzia Fides 30/6/2004 lines 55 words 554)


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