AFRICA/CONGO RD - Repubblica Democratica del Congo-Rwanda: la cronologia di una crisi che si spera in via di superamento

sabato, 26 giugno 2004

Bukavu (Agenzia Fides)- Riportiamo una cronologia degli ultimi avvenimenti nella città di Bukavu (capoluogo del Sud Kivu nell’est della Repubblica Democratica del Congo) che hanno determinato la più grave crisi dell’ultimo anno nel Congo (vedi Fides 5 giugno 2004)
Il 3 giugno: Il capo dei militari dissidenti che controllano da pochi giorni Bukavu, il gen. Laurent Nkunda, promette di ritirare le sue truppe dalla città, lasciando alla Monuc (la missione ONU in Congo) il compito di pattugliarla e garantire la sicurezza della popolazione civile.
La situazione umanitaria a Bukavu è gravissima: non c’è più cibo, tutto è stato saccheggiato; bambini, vecchi e ammalati rischiano di morire di fame; i saccheggi proseguono, soprattutto nel quartiere di Kadutu e negli uffici amministrativi del centro città
Domenica 6 giugno. Parte delle truppe di Nkunda sono stazionate in un campo militare di Kavumu, nei pressi dell’aeroporto, a 35 km a nord di Bukavu. Nkunda motiva questo ripiegamento per dare al governo la possibilità di installare a Bukavu il nuovo governatore e inviare una commissione di inchiesta sui massacri di cui sarebbero vittime i Banyamulenge (tutsi congolesi)
Il 9 giugno. Intorno alle 2:00 della notte, una colonna dell’esercito regolare,entra nel centro di Bukavu senza combattere, dal momento che i militari dissidenti hanno già abbandonato la città.
Già al mattino presto, la gente di Bukavu scende nelle strade a festeggiare la liberazione della città. Le campane delle chiese suonano a distesa e la gente, sventolando rami di palma, comincia a cantare e danzare al ritmo dei tamburi. Insieme alla festa, però, c’è il rischio di un clima da regolamento di conti nei confronti della minoranza Banyamulenge, cui appartenevano gli ammutinati. I caschi blu della Monuc vengono schierati a difesa del quartiere di Nguba, prossimo alla frontiera con il Rwanda e dove vive la piccola comunità Banyamulenge. La Monuc diffonde un primo bilancio di due settimane di violenze a Bukavu: 102 morti, oltre 105 feriti, 111 donne (incluse alcune bambine) violentate e quasi 3.000 profughi Banyamulenge. Combattimenti fra truppe governative e soldati ribelli di Jules Mutebusi hanno inizio a Kamanyola, a una quarantina di km. a sud di Bukavu in direzione di Uvira, presso la frontiera rwandese.
L’11 giugno. Si insedia il nuovo governatore di Bukavu, Augustin Bulaimu, Il 13 giugno: Laurent Nkunda minaccia di dichiarare guerra al governo di Kinshasa, se non viene creata una commissione di inchiesta su presunti crimini contro i Banyamulege, dando un ultimatum di 24 ore
Il 16 giugno: Un’equipe dell’ufficio dei diritti umani della Monuc, inviata a Bukavu per una inchiesta sui fatti, ha dichiarato, nel suo rapporto preliminare, che a Bukavu non c’è stato alcun genocidio di Banyamulenge.
Nel frattempo, nasce una nuova corrente nel RCD-Goma (il movimento ribelle formato da Banyamulange) la quale riafferma l’impegno a difendere l’integrità territoriale del Paese e la sua unità politica
Circa 25.000 Congolesi si rifugiano nel vicino Burundi, per sfuggire dalle violenze dei combattimenti di Kamanyola e per paura di rappresaglie.
Il 20 giugno, il ministro degli Esteri rwandese Charles Murigande accusa Kinshasa di preparare un attacco contro Kigali con l'aiuto degli elementi rwandesi fuggiti in Congo dieci anni fa dopo essere stati protagonisti del genocidio del 1994. Da Kinshasa, lo Stato maggiore delle forze armate congolesi ribadisce che la scelta di concentrare truppe nell’est del Paese risponde alla necessità di fermare l’azione armata e le violenze di militari ‘dissidenti’. “
Il 22 giugno, i ribelli congolesi attraversano la frontiera e si rifugiano in Rwanda. Il 25 giugno, i Presidenti di Rwanda e Congo si incontrano in Nigeria e si accordano per cercare di ridurre la tensione tra i due paesi. (L.M.) (Agenzia Fides 26/6/2004 righe 48 parole 620)


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