AFRICA/CONGO RD - “Un fatto incoraggiante, ma aspettiamo di vedere i risultati concreti” dicono fonti locali dopo l’accordo tra i Presidenti di Congo e Rwanda per la pace nell’est della RDC

sabato, 26 giugno 2004

Bukavu (Agenzia Fides)-“Quando si parla di pace siamo certamente contenti, ma vogliamo vedere i fatti concreti, prima di gioire” dicono all’Agenzia Fides fonti locali contattate a Bukavu, capoluogo del Sud Kivu (nell’est della Repubblica Democratica del Congo) commentando l’incontro tra il Presidente congolese Joseph Kabila e il suo omologo rwandese, Paul Kagame. I due Presidenti si sono incontrati, ieri, 25 giugno, ad Abuja (Nigeria). Al termine dei colloqui, hanno riaffermato il loro impegno a rispettare l'accordo di pace intercongolese concluso nel luglio del 2002 a Pretoria.
I presidenti di Congo, Rwanda e Nigeria (che agisce come mediatore), hanno annunciato la creazione di un meccanismo di verifica congiunta che dovrà assicurare il disarmo e la smobilitazione dei soldati delle ex forze armate rwandesi e delle milizie Interhamwe , responsabili del genocidio del 1994 in Rwanda, ancora presenti nella Repubblica democratica del Congo, e dell'assenza delle truppe del Rwanda dal paese.
“Abbiamo visto troppi accordi annunciati e poi non rispettati. Comunque la speranza è l’ultima a morire e vogliamo credere fino all’ultimo nella pace” dicono le fonti di Fides. “Un fatto certamente positivo è l’attenzione con la quale la comunità internazionale sta seguendo la situazione del Congo. Le pressioni internazionali sono state sicuramente determinanti per calmare la situazione e spingere i due Presidenti a incontrarsi”.
“In città stanno continuando ad affluire le truppe del governo centrale. È un segno della volontà di Kinshasa di recuperare la sovranità su questa parte del territorio nazionale” proseguono le fonti di Fides. “Siamo però preoccupati, perché la forte presenza di militari potrebbe rappresentare un problema per la popolazione civile. I soldati infatti non sempre hanno da mangiare e iniziano a chiedere alla gente del cibo. Per ora lo fanno in modo pacifico, ma se questa situazione dovesse protrarsi a lungo, si rischiano saccheggi e violenze contro la popolazione, che questi militari dovrebbero proteggere. Gli esempi del passato purtroppo non fanno sperare per il meglio”.
“Un'altra fonte di preoccupazione deriva dagli scontri segnalati nel nord Kivu dove si affrontano truppe regolari e ribelli. Finché anche in questa regione le violenze non cesseranno, è difficile potere parlare di pace” concludono le nostre fonti. (L.M.) (Agenzia Fides 26/6/2004 righe 33 parole 391)


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