AFRICA/BURUNDI - “In Burundi, tutte le parti in conflitto sono responsabili di crimini contro i civili” denuncia Human Rights Watch

venerdì, 25 giugno 2004

Bujumbura (Agenzia Fides)- “Tutti applaudono i progressi fatti sulla via della pace, ma sembrano dimenticare che fuori della capitale la guerra continua per centinaia di migliaia di persone” afferma Alison Des Forges, responsabile della divisione della divisione Africa dell’organizzazione umanitaria Human Rights Watch, che ha presentato un rapporto sulle violenze nel mondo rurale in Burundi.
Il rapporto, intitolato “Suffering in Silence: Civilians in Continuing Combat in Bujumbura Rural”, afferma che nelle campagne burundesi, i civili continuano ad essere vittime di tutti i belligeranti: militari dell’esercito regolare, i loro nuovi alleati del FDD (Forze per la Difesa della Democrazia, gli ex guerriglieri che hanno raggiunto un accordo di pace con il governo nel novembre 2003), e i miliziani delle Forze Nazionali di Liberazione (FNL). Nonostante l’accordo con le FDD, i combattimenti continuano a causa del rifiuto delle Forze Nazionali di Liberazione di sedersi al tavolo delle trattative. A farne le spese sono i civili, costretti ad abbandonare campi e abitazioni per sfuggire alle violenze. Human Rights Watch, riporta alcuni esempi: a 15 chilometri a sud di Bujumbura, 25mila persone sono state costrette a scappare dal comune di Kabezi. Altre 25mila sono fuggite dall’adiacente comune di Mutambu, a sud-est della capitale.
Il rapporto di Human Rights Watch afferma che la missione di pace delle Nazioni Unite in Burundi (circa 3mila militari provenienti da Sudafrica, Etiopia e Mozambico) deve impegnarsi con maggiore determinazione a proteggere la popolazione civile.
Il Burundi è sconvolto dal 1993 da una guerra civile che vede contrapposti l’esercito governativo, formato in gran parte da tutsi, e diversi movimenti di guerriglia hutu. Il conflitto finora ha provocato almeno 300mila morti. (L.M.) (Agenzia Fides 25/6/2004, righe 26 parole 295)


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