AMERICA/HAITI - Appello dell’AVSI per 100 bambini orfani a causa dell’alluvione: “poveri tra i più poveri, nel Paese più povero di tutta l’America Latina, la notte del 24 maggio hanno vissuto la tragedia che ha cambiato inesorabilmente il corso della loro storia oggi più povera ancora, più incerta, più instabile, più oscura”.

mercoledì, 23 giugno 2004

Haiti (Agenzia Fides) - Dopo la tragica alluvione che ha colpito Haiti lo scorso 24 maggio provocando un migliaio di morti e danni incalcolabili, almeno 100 bambini sono rimasti orfani. L’AVSI (Associazione Volontari per il Servizio Internazionale), associazione senza scopo di lucro, presente nel paese con diversi progetti in aiuto alla popolazione, lancia un appello per aiutare questi bambini sottoscrivendo un’adozione a distanza.
“Sono tutti drammaticamente uguali i racconti dei bambini rimasti orfani a causa dell’alluvione che ha colpito il Comune di Fonds Verrettes, sulle alte montagne a 50 chilometri ad est di Port au Prince, la capitale di Haiti, in direzione della Repubblica Dominicana - scrive da Haiti Carlo Maria Zorzi, rappresentante AVSI nel Paese-. Hanno perso i genitori, hanno perso la casa, hanno perso il poco - che per loro era il tutto - che avevano. Storie di morte e di distruzione quando in pochi minuti il fiume che attraversava il paese, diventato incredibilmente immenso, ha vomitato acque violente che non hanno lasciato nulla sul loro cammino.”
“Gli orfani di Fonds Verrettes hanno oggi lo sguardo perso nel vuoto, la tristezza che li assale, il trauma che li schiaccia. La loro vita è cambiata in pochi attimi, lo sanno, che non sarà più quella di prima. Non potrà più essere come prima. Poveri tra i più poveri, nel Paese più povero di tutta l’America Latina, la notte del 24 maggio hanno vissuto la tragedia che ha cambiato inesorabilmente il corso della loro storia oggi più povera ancora, più incerta, più instabile, più oscura. Più oscura di quella notte, tremendamente nera - ci dicono - tremendamente buia, mai così buia per chi è persino abituato a fare tutto senza corrente elettrica- in cui la furia delle acque ci ha portato via tutto.
Il rumore assordante dell’acqua ha allarmato gran parte del paese; molti sono fuggiti sulle alture circonstanti, altri non ce l’hanno fatta. Sono circa trecento i morti e i dispersi di Fonds Verrettes, i loro corpi non sono stati trovati e non si troveranno mai più. Marta di dieci anni ha perso la mamma, quattro fratelli e tre sorelle che le acque si sono inghiottite; della sua casa non resta più nulla. Guarda il letto del torrente coperto di pietre come se ne chiedesse la restituzione dei corpi - vivi, s’intende -, come se potesse perforarlo per ricercare in profondità ciò che aveva di più caro e di più prezioso. Guarda lontano ma il suo dramma è vicino e oggi si consuma, in silenzio, dentro di lei. Oltre mille e duecento case sono state spazzate via; sei mila persone sono rimaste senza tetto. Più di un terzo della popolazione di quel villaggio.
Stiamo identificando gli orfani rimasti a Fonds Verrettes; lo facciamo con l’aiuto del parroco e del sindaco, del maestro e del giovane educatore. Organizziamo una fase d’urgenza del progetto di “sostegno a distanza”. Siamo andati a Fonds Verrettes e ci andremo ancora nei prossimi giorni per incontrare, per parlare, per decifrare i bisogni di oggi - certo - ma soprattutto quelli che richiedono il tempo per cercare di far tornare la normalità della vita quotidana. La ricerca di una soluzione “famigliare” ai problemi degli orfani, il sostegno a chi se ne fa carico, la cura del traumatismo, la ripresa della scuola per non perdere l’anno scolastico, la casa e quei beni che rendono vivibile una vita piena di difficoltà e di povertà... affinché oggi -con voi e con noi- essi sentano di essere meno soli.” (S.L.) (Agenzia Fides 23/6/2004; Righe 38; Parole 574)
Per sottoscrivere un’adozione a distanza con AVSI: adozioni.distanza@avsi.org


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