OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - La popolazione indigena ha perso i diritti su territorio e risorse naturali

mercoledì, 2 giugno 2010

Port Moresby (Agenzia Fides) – Gli indigeni della Papua Nuova Guinea hanno perso i loro diritti sulle loro terre e risorse naturali. Nel paese ci sono circa sei milioni di abitanti con centinaia di gruppi etnici. “Questo comporta serie problematiche riguardanti i diritti umani” si legge in una nota diffusa da Tiffany Nonnggor, avvocato e sostenitore dei diritti umani a Port Moresby. Mentre il resto del mondo occidentale democratico ha speso gli ultimi 50 anni a cercare di ripristinare i diritti di proprietà degli indigeni, questo governo “ha solo privato i cittadini più vulnerabili, che vivono nelle zone rurali dove ci sono progetti in corso, dei loro diritti senza consultarli o chiamarli in causa”, ha aggiunto. Il Parlamento del paese ha da poco modificato alcune parti del Environment and Conservation Act 2000, che regola i principali progetti e la gestione delle risorse dell’isola del Pacifico. Gli emendamenti affidano ampio potere di gestione e concessione di permessi relativi a progetti ambientali per gli investitori al direttore dell’ufficio per l’Ambiente e la Tutela dei Beni senza alcun diritto di revisione da parte di qualsiasi tribunale. L’opposizione non condivide questa decisione e ritiene gli emendamenti devastanti per tutti i proprietari terrieri. Le modifiche tolgono i diritti che gli abitanti della Papua Nuova Guinea hanno avuto per anni di tutela delle loro proprietà dai danni ambientali oltre al diritto di risarcimento. “Non sono state solo violate molte parti della costituzione, è stata violata anche la convenzione internazionale sulle Popolazioni Indigene e Tribali nei Paesi Indipendenti, ratificata dal Parlamento nel 2000,” ha detto l’avvocato Nonnggor nel suo comunicato.
Dispute riguardo proprietà terriere e diritti sulle risorse tra gruppi indigeni, governo e aziende non sono nuove in PNG. Oltre 5 mila persone sono morte sull’isola di Bougainville, al largo della costa occidentale del paese, tra il 1989 e il 1999 in seguito a violenti scontri su mancati risarcimenti da parte di una industria mineraria australiana, la Bougainville Copper Limited (BCL), e centinaia di proprietari terrieri sono stati dislocati a Panguna. Il conflitto è degenerato in una sanguinosa guerra civile tra i membri della popolazione indigena e le truppe del governo. (AP) (2/6/2010 Agenzia Fides)


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