ASIA/PAKISTAN - Emergenza profughi al confine fra Pakistan e Afganistan: l’impegno delle organizzazioni internazionali e dei Salesiani

mercoledì, 24 marzo 2004

Islamabad (Agenzia Fides) - In una zona al confine fra Pakistan e Afganistan, nella Provincia pakistana della Frontiera del Nordovest, la situazione dei profughi afgani è ancora difficile. L’area, fra l’altro, è di nuovo sotto i riflettori dell’attenzione internazionale, per le nuove incursioni dell’esercito pakistano e di militari americani,alla ricerca di terroristi e militanti di Al Qaeda.
Pur fra grandi difficoltà, il lavoro delle organizzazioni internazionali e delle congregazioni religiose cristiane continua senza sosta. Fra i buoni risultati conseguiti, va notata la chiusura, avvenuta pochi giorni fa, del campo profughi di Shalman, dopo il rimpatrio degli ultimi residenti.
I rifugiati trasferiti sono stati in tutto 9mila, dei quali una parte ha fatto ritorno in Afghanistan e gli altri si sono stabiliti in un altro campo in Pakistan. La chiusura del campo segna il buon inizio del programma mirato a riunire entro due anni la popolazione di vari campi riducendone il numero. Oltre 4mila rifugiati dal campo di Shalman hanno scelto di rientrare in Afghanistan, dopo aver trascorso più di due anni nell'arida vallata vicino al Passo Khyber. Altri 4.800 rifugiati del campo hanno invece optato per il trasferimento in un altro campo profughi che si trova in un'area più ospitale dell'impervia regione al confine pakistano con l'Afghanistan. Le operazioni di trasferimento, iniziate lo scorso 7 marzo, si sono svolte senza problemi e sono terminate con due giorni di anticipo sulla data prevista.
Allo scopo di migliorare l' assistenza, anche altri campi - dei 15 allestiti per accogliere i rifugiati afgani in fuga alla fine del 2001 - verranno chiusi, sia nella Provincia della Frontiera Nord-Occidentale che nella provincia del Balochistan. L'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Acnur) sta definendo con i funzionari del governo i dettagli per la chiusura di campi in entrambe le province di frontiera, e conta di effettuare ulteriori operazioni di trasferimento nei prossimi mesi.
Per i rifugiati afgani operano anche i Salesiani della provincia di Quetta in Pakistan, dove vi sono sei religiosi. Ad appena 100 km dal confine con l’Afganistan, Quetta è una località dove giungono di continuo migliaia di rifugiati. I Salesiani amministrano la parrocchia di Quetta da due anni, dove ci sono circa 1200 famiglie cristiane, ma il lavoro si estende oltre i propri fedeli. Hanno un centro giovanile aperto a tutti i giovani, specialmente per i giovani rifugiati uzbeki. I religiosi, come informa l’agenzia salesiana Ans, gestiscono una scuola per 120 giovani Uzbeki e un Learning Centre per circa 650 rifugiati afgani. Al tempo stesso gestiscono tre separati Learning Centre per i Pashtun, Azari e Tajid dei campi profughi. Con l’aiuto dell’opera caritativa “Misereor”, i Salesiani portano avanti questi tre centri aiutando 1800 giovani e sono responsabili di 50 insegnanti.
Tra il 2002 e il 2003, circa 1 milione e 900mila afgani hanno lasciato il Pakistan per rientrare nel proprio paese. Quest'anno si prevede il rimpatrio di altri circa 400mila rifugiati afgani, 10mila dei quali sono già rientrati dall'inizio di quest'anno.
(PA) (Agenzia Fides 24/3/2004 lines 13 words 134)


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