ASIA/SRI LANKA - No alla violenza elettorale, la pace è il bene supremo: messaggio dei leader religiosi alla vigilia del voto del 2 aprile

lunedì, 22 marzo 2004

Colombo (Agenzia Fides) - Le elezioni siano pacifiche, libere e regolari: è l’invito rivolto a tutti i cittadini dello Sri Lanka da una Conferenza di leader religiosi del paese, riunitasi di recente a Colombo, nell’imminenza del voto del 2 aprile, quando nell’isola si eleggerà il nuovo Parlamento. La Conferenza, a cui hanno preso parte i capi di Buddismo, Cristianesimo, Induismo e Islam, fra i quali l’Arcivescovo di Colombo Mons. Oswald Gomis, ha chiesto ai personaggi politici di non incitare l’elettorato alla violenza, di non infiammare gli animi, e di garantire che le elezioni si svolgano in un clima pacifico e imparziale.
I leader religiosi hanno concordato sulla necessità di estirpare la corruzione dalla vita pubblica, di ristabilire un clima di confronto sereno nel paese, senza esacerbare conflitti istituzionali, fra gruppi sociali o fra comunità religiose.
Il forum dei leader religiosi si è detto preoccupato per i diversi episodi di violenza che nelle ultime settimane si sono registrati nel paese, fra rappresentanti di fazioni opposte. “E’ importante che gli elettori scelgano persone che mettano il bene della pace al di sopra di tutto, anche prima di se stessi”, hanno affermato i leader.
La situazione politica nell’isola del sub continente indiano è precipitata quando, in seguito al conflitto istituzionale fra il Premier Ranil Wickremasinghe e la Presidente Chandrika Kumaratunga, il 7 febbraio scorso la Presidente ha sciolto il Parlamento e indetto elezioni anticipate. Il nodo politico che ha innescato la crisi è stato il rapporto da tenere con i ribelli tamil, con quali il governo stava negoziando, dopo la tregua siglata a febbraio del 2002, che ha interrotto un ventennio di guerra civile.
Inoltre nel gennaio scorso, lo Sri Lanka è stato attraversato da fermenti di violenza interreligiosa: gruppi fondamentalisti di matrice buddista hanno attaccato istituzioni e strutture cristiane, creando tensione e confusione sociale.
In vista delle elezioni, la Conferenza Episcopale dello Sri Lanka aveva già diffuso un documento incentrato sui temi della pace e della libertà religiosa. I Vescovi dichiaravano il proprio impegno per il processo di pace nel paese, ribadendo la volontà di uno Sri Lanka unito, con “una estesa condivisione del potere, per consentire a tutta la popolazione di vivere insieme in armonia, dignità e reciproco rispetto”. “Crediamo che la gente voglia utilizzare questa opportunità - recita il testo - per dire con forza al governo che andrà al potere di perseguire la via della pace”.
I Vescovi, inoltre, stigmatizzando il recente incremento di tensione interreligiosa nel paese, “istigata da forze radicali”, “minaccia per il fondamentale diritto alla libertà religiosa”, invitavano gli elettori a votare candidati impegnati a difendere la libertà di professare il proprio credo, i diritti umani di tutti i cittadini, la dignità della persona umana, il valore della famiglia.
(PA) (Agenzia Fides 22/3/2004 lines 42 words 482)


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