VATICANO - Che tipo di assistenza ai malati in stato vegetativo? Si apre oggi il Convegno Internazionale su “I trattamenti di sostegno vitale e lo stato vegetativo. Progressi scientifici e dilemmi etici”

mercoledì, 17 marzo 2004

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Si aprono oggi a Roma i lavori del Convegno Internazionale su “I trattamenti di sostegno vitale e lo stato vegetativo. Progressi scientifici e dilemmi etici” a cui prenderanno parte 370 iscritti provenienti da 42 Paesi.
Il professor Gianluigi Gigli, Presidente della Federazione Italiana Associazione Medici Cattolici, tra gli organizzatori del convegno, ha subito indicato come obiettivo primario di questo incontro quello di proporre una giusta visione di cosa è lo stato vegetativo persistente oltre a fornire un approfondimento scientifico da parte dei medici e una riflessione etica divulgabile che crei una coscienza su un problema così grave.
“Il paziente in stato vegetativo è quello che si trova in uno stato per lo più di incoscienza, ma non per questo non va più considerato come persona e quindi deputato alla interruzione di ogni assistenza per approdare al decesso”. Così Sua Ecc. mons. Elio Sgreccia, Vicepresidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha parlato alla conferenza stampa che ha preceduto l’apertura del Convegno.
Lo sviluppo delle tecniche di assistenza medica ha portato all’aumento del numero di pazienti che dipendono dalla nutrizione e dalla idratazione “artificiale” per il loro mantenimento in vita. In molti casi, tali pazienti possono restare anche per anni in condizioni di dipendenza. L’esempio più drammatico è costituito dal cosiddetto Stato Vegetativo, una condizione clinica che si realizza quando il paziente, dopo un insulto cerebrale, esce dal coma senza tuttavia riprendere una vita di relazione ma non per questo perde lo stato di persona, ha spiegato mons. Sgreccia.
Negli anni più recenti, tuttavia, è andato crescendo un importante movimento di opinione che, partito in ambito bioetico nel mondo anglosassone, ha finito per penetrare all'interno delle società professionali e scientifiche, per sbarcare anche in Europa. Secondo tali correnti di pensiero, come ha indicato il prof Gigli, l’idratazione e la nutrizione “artificiali”, per non parlare del sostegno alla ventilazione, costituiscono interventi degradanti la dignità umana, che ogni persona avrebbe il diritto di rifiutare per ipotesi, qualora dovessero rendersi necessari per lui in futuro. Per coloro che non avessero lasciato direttive anticipate, sarebbe compito del legale rappresentante o del magistrato dare disposizioni al riguardo.
Il prof. Gigli ha anche sostenuto che il problema della sospensione della nutrizione e della idratazione comporta enormi conseguenze per la professione medica, per i codici etici delle istituzioni sanitarie e per gli atteggiamenti futuri della società verso i pazienti più disabili.
Inoltre, specialmente nei Paesi Anglo-Sassoni, è in atto una crescente pressione per considerare la sospensione della nutrizione e dell’idratazione non solo nei pazienti in stato vegetativo ma anche in quelli in coma prolungato, nelle demenze con grave deterioramento cognitivo, nei gravi ictus cerebrali. Vi è il rischio che questa attitudine possa condurre in futuro, anche involontariamente, alla diffusione di una mentalità eutanasica.
Il congresso intende offrire la sede per una approfondita discussione, in cui i più importanti progressi scientifici nel campo si confrontino con i dilemmi etici sollevati da problemi controversi ed ancora irrisolti.
(AP) (17/3/2004 Agenzia Fides; Righe:41; Parole:522)


Condividi: