AFRICA/REPUBBLICA CENTRAFRICANA - “A un anno dal cambio di regime, la situazione sociale e economica è ancora incerta” dice il Vescovo Ausiliare di Bangui, mons. Mathos

martedì, 16 marzo 2004

Bangui (Agenzia Fides)- A un anno dalla caduta dell’ex Presidente Ange-Félix Patassé e dalla successiva presa di potere dell’attuale Presidente François Bozizé, la Repubblica Centrafricana non ha ancora trovato la stabilità. “Il paese è in sciopero. Scioperano i dipendenti pubblici, scioperano i medici e gli infermieri, scioperano gli insegnanti, e di conseguenza gli alunni non vanno a scuola” dice all’Agenzia Fides Mons. Eduard Mathos, Vescovo Ausiliare di Bangui, capitale del Centrafrica. La difficoltà di pagare i salari dei dipendenti pubblici è un antico problema del Centrafrica, che in passato aveva provocato anche rivolte militari.
“Rispetto a un anno fa si avverte un clima più disteso e una maggiore libertà. È stato costituito un governo di unità nazionale e i partiti possono esprimere il loro dissenso, come è successo ieri, quando alla parata militare per ricordare il cambiamento di regime, nessun partito politico ha partecipato, in segno di protesta contro la politica del Presidente” afferma mons. Mathos. “Purtroppo ad un anno dal cambiamento di regime la situazione sociale ed economica rimane precaria. Negli ospedali mancano le medicine, specialmente nelle strutture rurali. Solo grazie a una organizzazione della Chiesa cattolica, l’Association Medicale Centrafricaine, i farmaci donati dall’Unione Europea e da altre organizzazioni internazionali, possono essere distribuiti presso gli ospedali” dice mons. Mathos.
“L’altra grande sfida che deve affrontare il paese è di estendere le condizioni di sicurezza sull’intero territorio. Nella capitale si nota un rafforzamento dei servizi di polizia, e in effetti, rispetto a un anno fa, si è più sicuri. Purtroppo non si può dire lo stesso per quel che riguarda il resto del paese,e soprattutto le zone rurali, dove imperversano bande armate che rendono precari gli spostamenti stradali” afferma il Vescovo Ausiliare di Bangui.
Nonostante la mancanza di garanzie di sicurezza, i missionari hanno ripreso a riparare i danni delle missioni distrutte nel nord del paese, nel corso della guerra civile.
. La crisi in Centrafrica era scoppiata il 25 ottobre 2002, dopo il fallito golpe tentato da François Bozizé, all’epoca ex Capo di Stato maggiore.
Il 15 marzo 2003 le truppe dell’attuale Presidente Bozizé conquistano Bangui, dopo mesi di scontri contro le forze fedeli Ange-Félix Patassé, che ripara all’estero. Dopo aver preso il controllo di Bangui, Bozizé si proclama presidente ad interim. Il 7 aprile 2003 viene formato un governo di transizione guidato da Abel Goumba. L’esecutivo è formato da 28 membri provenienti da tutti i partiti politici. Il nuovo governo comprende 5 ministri provenienti dal raggruppamento dei partiti politici d’opposizione, 4 dal partito del nuovo Presidente, François Bozizé, 2 dall’Unione Democratica Centrafricana, due dal Movimento di Liberazione del Popolo Centrafricano (MPLC il partito del Presidente rovesciato, Patassé). I restanti posti sono stati attribuiti a partiti minori e a membri della società e dell’esercito. (L.M.) (Agenzia Fides 16/3/2004, righe, parole )


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