AFRICA/CONGO RD - Preoccupazione della popolazione del Kivu: cresce la paura per la ripresa del conflitto. Scoperti 40 depositi clandestini di armi-Appello alla comunità internazionale

venerdì, 12 marzo 2004

Bukavu (Agenzia Fides)-“La popolazione del sud Kivu è sempre più preoccupata a causa degli ultimi avvenimenti che dimostrano che la situazione è ancora lontana dall’essersi stabilizzata”. È quanto affermano all’Agenzia Fides fonti della Chiesa locale, che per motivi di sicurezza desiderano non essere citate per nome, da Bukavu, nel sud-Kivu (est della Repubblica Democratica del Congo). “Le minacce e i tentativi di omicidio nei confronti del comandante della decima regione militare congolese, il generale Prosper Nabyolwa, la scoperta di arsenali a Bukavu in abitazioni di personaggi congolesi e rwandesi, l’atteggiamento del comandante in seconda della decima regione militare, che sembra rispondere agli ordini di altri e non a quelli del governo di Kinshasa, sono tutti episodi che stanno gettando la popolazione del Kivu nel dubbio e nell’angoscia per la ripresa di un nuovo conflitto” affermano le fonti di Fides. Proprio in questi giorni, la forza di pace dell’ONU (MONUC) ha scoperto ben 40 depositi clandestini di armi nella zona di Bukavu.
In base agli accordi di Pretoria (Sudafrica) firmati nel dicembre 2002, il governo e diversi movimenti di guerriglia che operano nell’est del Congo si sono accordati per porre fine alle ostilità e formare un governo di unità nazionale. Gli accordi prevedono anche la formazione di un nuovo esercito nazionale, con l’integrazione nelle unità militari già esistenti dei combattenti dei diversi gruppi di guerriglia. A Bukavu agiva l’Unione Congolese per la Democrazia (RCD), uno dei principali gruppi di guerriglia appoggiati dal Rwanda. “Il vicecomandante dalla decima regione militare di Bukavu, è un ex appartenente al RCD e la popolazione della città sospetta che non lavori per promuovere l’unità del Paese, ma operi ancora per dividerlo” dicono le fonti di Fides. “Uno degli ultimi episodi che ha inquietato gli animi degli abitanti di Bukavu è stata la fulminea liberazione di uno degli ex responsabili della guerriglia, il maggiore Kosongo, che era stato arrestato per crimini contro l’umanità; le forti pressioni esercitate dal RCD hanno costretto il governo a liberalo” ricordano le nostre fonti.
Nella RDC le Nazioni Unite hanno dispiegato una forza di pace (la MONUC) per sorvegliare il rispetto degli accordi di pace. Secondo le fonti di Fides “gli abitanti di Bukavu non sono soddisfatti del comportamento della MONUC. In particolare, si imputa ai soldati della forza di pace di non aver fatto abbastanza per proteggere il comandante della decima regione militare, e di non provvedere alla confisca di armi detenute illegalmente”.
Il Coordinamento per la Pace nella Repubblica Democratica del Congo, che raggruppa alcune associazione umanitarie cattoliche e laiche italiane ha inviato a Fides un comunicato con il quale si chiede alla comunità internazionale di esercitare la propria influenza “affinché le parti firmatarie degli Accordi di Pretoria del dicembre 2002 portino a termine il processo di Transizione, in un Paese riunificato e senza dipendenze né politiche né economiche dai Paesi vicini”. In particolare, si chiede “che il Comitato Internazionale per l’Accompagnamento della Transizione (CIAT) eserciti una effettiva e stretta vigilanza sulla situazione ad est del Paese; che la MONUC assuma con totale impegno la funzione per cui la Comunità internazionale l’ha inviata e ne ha rafforzato il mandato; che il Governo di Kinshasa sia sollecitato a prendere le misure opportune per proteggere la vita e la dignità della popolazione dell’est del Paese e l’integrità dello Stato”. (L.M.) (Agenzia Fides 12/3/2004, righe 42 parole 545)


Condividi: