AFRICA/GUINEA EQUATORIALE - Il boom petrolifero attira immigrati dagli altri Paesi dell'Africa occidentale

giovedì, 23 ottobre 2008

Malabo (Agenzia Fides)- Il “boom petrolifero”, causato dal relativamente recente sfruttamento delle riserve di greggio, attira sempre più immigrati in Guinea Equatoriale, piccolo Stato che si affaccia sul golfo di Guinea, diventato il terzo produttore africano di petrolio.
Le autorità locali stimano che un terzo della popolazione - più di 300mila persone – siano di origine straniera, e che la maggior parte degli immigrati siano arrivati illegalmente.
I primi migranti iniziarono ad arrivare circa 10 anni fa dalla Nigeria e dal Camerun. Una parte di questi era alla ricerca di un visto facile per l'Unione Europea, ma ora la maggior parte degli immigrati clandestini decide di rimanere nel Paese. L'arrivo delle multinazionali petrolifere ha infatti creato un indotto che ha bisogno di manodopera, dagli alberghi ai ristoranti, dai giardinieri agli autisti per i quadri e i tecnici, americani ed europei, dell'industria petrolifera.
La domanda di lavoro ha portato anche ad un grande afflusso di lavoratori provenienti dall'estero, soprattutto da parte di altre parti dell'Africa centrale e occidentale: Camerun, Gabon, Burkina Faso, Mali, Nigeria. Vi sono pure lavoratori provenienti da Paraguay, Repubblica Dominicana, e di altri Paesi latino-americani impiegati in alberghi, ristoranti e altri posti di lavoro. Nei cantieri edili la maggior parte dei lavoratori qualificati e tecnici sono migranti provenienti da Paesi africani dell'area francofona oppure dipendenti a contratto provenienti da Cina, Nord Africa, Libano, Iran e altri Paesi.
Alcuni degli immigrati più intraprendenti avviano piccole attività commerciali che suscitano però l'invidia e i timori della popolazione locale. Nella capitale della Guinea Equatoriale, Malabo, vi sono gioiellieri e ristoratori senegalesi, commercianti d'arte della Nigeria, uomini d'affari cinesi, libanesi, del Benin e venditori ambulanti del Mali. Si è così creata un'economia parallela che sfugge alla tassazione e al controllo governativo. Nel 2007 il governo ha vietato ai cittadini dei Paesi dell'Africa occidentale di possedere negozi di alimentari. I negozi di proprietà di senegalesi e di altre nazionalità sono stati costretti a chiudere oppure sequestrati dallo Stato. La vita dei migranti, così come quella dei cittadini del Paese, deve sottostare a un regime che è considerato uno dei meno democratici dell'Africa. Malabo, A Malabo nel 2004, mille immigrati sono stati arrestati, picchiati, e poi espulsi, nell'ambito delle misure adottate dopo un presunto tentativo di colpo di Stato. (L.M.) (Agenzia Fides 23/10/2008 righe 27 parole 381)


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