AFRICA/GIBUTI - Situazione allarmante per il persistere delle tensioni al confine tra Gibuti e l'Eritrea, afferma l'ONU

venerdì, 19 settembre 2008

Roma (Agenzia Fides)-Rimane alta la tensione alla frontiera tra Eritrea e Gibuti dopo che nel giugno scorso gli scontri tra i militari dei due Paesi avevano provocato oltre 35 morti e decine di feriti (vedi Fides 12/6/2008). Lo ha stabilito una missione delle Nazioni Unite incaricata di valutare la situazione nell'area.
Ai primi di giugno erano scoppiati gravi scontri tra le forze armate di Gibuti e quelle eritree lungo un'area di confine contesa tra i due Paesi del Corno d'Africa, in una zona conosciuta come Doumeira. I combattimenti esplosero dopo diverse settimane di crescenti tensioni tra le due parti e di rafforzamento dei rispettivi eserciti nell'area.
La missione dell'ONU ha inoltre preso atto che l'Eritrea ha rifiutato di riceverla e, di conseguenza, ha potuto esaminare solo la versione degli eventi del governo di Gibuti.
“Se non viene affrontata in modo tempestivo e completo la divergenza tra Gibuti e l'Eritrea potrebbe avere un forte impatto negativo su tutta la regione e sulla comunità internazionale", afferma la relazione. Gli esperti dell'ONU hanno affermato che a Gibuti è in corso una costosa mobilitazione militare per far fronte a una situazione che minaccia la pace regionale.
"L'eventuale destabilizzazione di Gibuti e la militarizzazione dello Stretto di Bab el-Mandeb (che collega il Mar Rosso al Golfo di Aden ed è un punto di passaggio strategico da e verso il Mediterraneo) non sono di buon auspicio per la pace nella regione o per il traffico marittimo internazionale. Pertanto occorre trovare delle soluzioni, come una questione della massima priorità”.
Le Nazioni Unite dovrebbero convincere l'Eritrea e Gibuti a smilitarizzare il confine e tornare alla "status quo ante, come a febbraio," afferma il rapporto.
Gli esperti dell'ONU hanno anche sottolineato la necessità, per entrambe le parti, di accordarsi su quale dei diversi trattati e protocolli risalenti al periodo coloniale dovrebbe essere accettato come base per definire la loro frontiera comune: il trattato tra l'Abissinia e la Francia del 1897, i protocolli del 1900-1901 tra la Francia e l'Italia , o il trattato del 1935 italo-francese.
“È tragico che i due Paesi siano sul punto di farsi la guerra per dei trattati e dei protocolli che sono stati stipulati quando ancora non esistevano come Stati indipendenti” conclude il rapporto. (L.M.) (Agenzia Fides 19/9/2008 righe 27 parole 376)


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