AFRICA/CONGO RD - “Siamo addolorati di constatare che invece di operare per la promozione sociale, i dirigenti del nostro paese si concedono vantaggi sociali che dimostrano il loro disinteresse per il benessere della popolazione” scrivono i Vescovi del Congo

martedì, 17 febbraio 2004

Kinshasa (Agenzia Fides)- I Vescovi della Repubblica Democratica del Congo (RDC) denunciano la lentezza del processo di transizione della vita politica del paese. I Vescovi si sono rivolti ai fedeli e a tutti gli uomini di buona volontà con un messaggio intitolato “Per amore del Congo, non tacerò” (Is,62,1), presentato al termine della riunione della Conferenza Episcopale (Cenco) svoltasi a Kinshasa dal 9 al 14 febbraio.
I Vescovi, pur riconoscendo i progressi fatti nel processo di transizione del paese, hanno voluto sensibilizzare i cristiani e l’opinione pubblica sulle zone d’ombra ancora presenti. I Vescovi, in particolare, notano che i problemi che affliggono il popolo congolese sono ben lontani dai pensieri dei dirigenti del paese che impongo sacrifici ingiusti alla popolazione. La classe politica sembra più preoccupata di conservare il proprio potere che di occuparsi del benessere dei congolesi: “Siamo addolorati di constatare che invece di operare per la promozione sociale, i dirigenti del nostro paese si concedono vantaggi sociali che dimostrano apertamente il loro disinteresse per il benessere della popolazione” scrivono i Vescovi. “Oltre a moltiplicare viaggi e missioni all’estero i cui vantaggi per il paese non sono chiari, i dirigenti si sono concessi un livello di vita che non ha niente a che vedere con la precarietà delle nostre finanze pubbliche. Non stanno facendo niente contro la corruzione che colpisce tutti i servizi dello Stato, sono loro gli unici a beneficiare della calma del dopo guerra”.
I Vescovi denunciano questo squilibrio, che crea un malessere sociale sentito in tutti gli strati della popolazione e del quale il governo non sembra comprenderne la gravità. “In campo sociale” dicono i Vescovi, “ constatiamo con sofferenza che le riforme annunciate con enfasi sono insignificanti e rimangono non realizzate. Per altro verso, esse si sono dimostrate solo delle promesse politiche sfruttate a fini elettorali”.
“Fin dall’inizio, la transizione ha rilevato le enormi lacune da parte di alcune persone che hanno avuto accesso al potere grazie alla logica del consenso. In certe istituzioni, si notano troppi tentennamenti e incertezze, che rischiano di portare lo Stato alla deriva. Si nota un certo dilettantismo nella gestione del potere che rischia di costare caro alla Repubblica” affermano i Vescovi. “Troppo spesso l’esercizio delle funzioni pubbliche è confuso con la campagna politica”.
I Vescovi ricordano i casi di numerosi incidenti ferroviari, aerei, fluviali e stradali che hanno afflitto di recente i congolesi, denunciando la leggerezza con la quale i dirigenti hanno annunciato e gestito questi incidenti. Questa indifferenza, secondo i Vescovi, è il segnale di una crisi profonda sul senso della vita e della sua inviolabilità. Un ulteriore conferma della crisi morale che attraversa la nazione è, secondo i Vescovi, la grave situazione di insicurezza della maggior parte della popolazione congolese, che è lasciata alla mercé di banditi.
La Repubblica Democratica del Congo sta vivendo un momento di profonda transizione, dopo l’insediamento del governo di unità nazionale, formato in base all’accordo di Sun City (Sudafrica) dello scorso aprile. L’esecutivo deve preparare le elezioni politiche e presidenziali che si terranno nel 2005. (L.M.) (Agenzia Fides 17/2/2004, righe 44 parole 547)


Condividi: