AFRICA/ZIMBABWE - I Paesi dell'Africa australe divisi sulla strategia per lo Zimbabwe, mentre il leader dell'opposizione chiede l'invio di truppe straniere per proteggere i civili

mercoledì, 25 giugno 2008

Harare (Agenzia Fides)- Mentre si è aperto un dibattito sull'appello lanciato dal leader dell'opposizione Morgan Tsvangirai, dalle colonne del giornale britannico "The Guardian" (vedi "Oggi su Internet") per l'invio nello Zimbabwe di una forza di pace incaricata di proteggere la popolazione civile, i Paesi dell'Africa australe sembrano dividersi sulla politica da adottare nei confronti del regime di Mugabe.
Il Presidente del Sudafrica Thabo Mbeki, incaricato dai Paesi regionali della mediazione sullo Zimbabwe, non partecipa infatti al vertice d'emergenza ristretto sullo Zimbabwe della SADC (Comunità per lo Sviluppo dei Paesi dell'Africa australe) che si è aperto il 25 giugno a Mbabane, capitale dello Swaziland. Al vertice partecipano i Capi di Stato di Tanzania, Angola e Swaziland, che costituiscono la cosiddetta "troika" della SADC per lo Zimbabwe, assieme al Presidente dello Zambia, Lewy Mwanawasa, che è anche Presidente in esercizio della Comunità.
L'assenza dei Mbeki è interpretato come il segnale di una divisione tra i Paesi della SADC. Il Presidente sudafricano è accusato di essere troppo morbido nei confronti di Mubage, e di fatto di sostenerlo con un atteggiamento dilatorio e attendista. I Capi di Stato di Angola e Zambia hanno invece condannato la politica di Mugabe.
L'invio di una forza militare panafricana per proteggere i civili, chiesta da Tsvangirai, è stata accolta positivamente dal Primo Ministro del Kenya, Raila Odinga, che ha ricordato il dramma del Rwanda del 1994, uno scenario nel quale potrebbe cadere lo Zimbabwe se continua il clima di violenza e di intimidazione. Odinga (protagonista di un duro confronto negli scorsi mesi con il Presidente keniano Mwai Kibaki) si è anche pronunciato per una sospensione del ballottaggio del 27 giugno. Il Sudafrica invece si è dichiarato contrario all'invio di truppe straniere nel Paese dell'Africa australe.
Diversi governi, tra cui quello degli Stati Uniti, hanno annunciato che non riconosceranno l'esito della votazione del 27 giugno, giudicandole una farsa dopo il ritiro della candidatura di Tsvangirai, che è stato costretto a rifugiarsi nell'ambasciata olandese di Harare. (L.M.) (Agenzia Fides 25/6/2008 righe 26 parole 335)


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