ASIA/PAKISTAN - QUALE NATALE IN PAKISTAN: DI SPERANZA O DI PAURA? DOPO L’ATTENTATO AL PRESIDENTE MUSHARRAF, AUMENTANO I TIMORI NELLA COMUNITÀ CRISTIANA

giovedì, 18 dicembre 2003

Rawalpindi (Agenzia Fides) – Sarà un Natale blindato quello che si appresta a vivere la comunità cristiana in Pakistan. Lo ha detto all’Agenzia Fides Mons. Anthony Lobo, Vescovo di Islamabad-Rawalpindi, a pochi giorni dall’attentato del 14 dicembre scorso, quando il presidente del Pakistan Pervez Musharraf è scampato a una violenta esplosione avvenuta alcuni secondi dopo il passaggio del corteo presidenziale a Rawalpindi, città nel Nord del paese.
“Questo attentato – nota il Vescovo in un colloquio con l’Agenzia Fides – desta preoccupazione anche per noi cristiani, specialmente in vista del Natale. Sarà per noi un Natale con imponenti misure di sicurezza davanti alle Chiese, in tutto il paese. E’ così da due anni, dopo gli attentati avvenuti in alcune chiese cristiane, in cui sono morti numerosi fedeli. Chiederemo l’ausilio delle forze di polizia per sorvegliare eventi e celebrazioni liturgiche”.
Sull’episodio dell’attacco a Musharraf, Mons. Lobo afferma: “Attendiamo i risultati dell’inchiesta giudiziaria. Sembra che sia opera di gruppi militanti islamici che non accettano la sua posizione di alleato degli Usa nella lotta al terrorismo. Il cambio nella sua politica, in seguito all’11 settembre, ha generato la rivolta degli estremisti”.
Ma perchè i cristiani dovrebbero temere dopo l’attentato al Presidente? Il Vescovo spiega a Fides: “Il Presidente, che si definisce musulmano, sta dando dimostrazione di tolleranza e moderazione. Ha più volte sottolineato che non si deve sfruttare la religione ai fini politici. Verso la comunità cristiana ha mantenuto un atteggiamento di equità, eliminando alcune discriminazioni, come quella sulla legge elettorale (in passato la rappresentanza politica era legata alla fede: gli elettori potevano votare solo candidati della propria religione, ndr). Ha restituito alla Chiesa le scuole cattoliche nazionalizzate da governi precedenti. E, se si pensa che la comunità cristiana in Pakistan (solo il 2,5% della popolazione, a larga maggioranza musulmana) non è una lobby potente – non avendo rappresentanti fra i militari, nel mondo accademico e imprenditoriale, nell’alta borghesia – questi risultati sono ancora più apprezzabili. Musharraf si è dimostrato persona rispettosa dei diritti di tutti, e sta ottenendo le simpatie della comunità cristiana”.
Mons. Lobo sottolinea che “anche se fra noi cristiani cresce l’allarme-terrorismo, non vivremo il Natale da alieni: cercheremo di trasmettere ai nostri vicini e alla comunità islamica un messaggio di armonia. Lo celebreremo in quanto cittadini pakistani, integrati nella comunità di questa nazione, con liturgie in lingua urdu, poesie e canti tradizionali”.
Il Natale in Pakistan sarà anche un’occasione per mostrare solidarietà ai villaggi isolati: catechisti, organizzazioni cattoliche, Caritas parrocchiali, gireranno per i villaggi rurali in diverse diocesi portando aiuti, conforto e un messaggio di speranza alle famiglie più povere.
Nell’imminenza delle festività natalizie, Mons. Lobo lancia un messaggio attraverso Fides: “Invito tutti i fedeli a non arrendersi mai: occorre andare avanti nel cammino con fede. Anche se sbagliamo e constatiamo i nostri fallimenti e peccati, non scoraggiamoci e non perdiamo la speranza, perchè il Signore è l’Emmanuele, il Dio-con-noi”.
(PA) (Agenzia Fides 18/12/2003 lines 47 words 488)


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