VATICANO - LE CONCLUSIONI DELLA XXV ASSEMBLEA PLENARIA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO "COR UNUM": IMPEGNO CARITATIVO E DIMENSIONE RELIGIOSA DELLA CARITÀ

mercoledì, 26 novembre 2003

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - "La Chiesa non si limita a soddisfare le sole attese materiali di chi è in difficoltà; non esaurisce la sua azione caritativa nel costruire strutture... Si sforza pure di andare incontro alle domande esistenziali più nascoste". Con queste parole Giovanni Paolo II si è rivolto il 21 novembre, ai membri del Pontificio Consiglio "Cor Unum", riuniti in Vaticano per la XXV Assemblea Plenaria, svoltasi dal 20 al 22 novembre nell'Aula Vecchia del Sinodo. Al termine dei lavori dell’Assemblea, il Pontificio Consiglio ha diffuso un comunicato in cui richiama i punti salienti affrontati durante l’incontro.
Il Cardinale camerunese Christian Wiyghan Tumi in un toccante intervento ha posto l'interrogativo: "La colonizzazione in Africa è perdurata perché le sovranità straniere hanno impedito una vera educazione delle popolazioni locali: le prime scuole, infatti, le hanno costruite i missionari. Perché anche oggi è più facile costruire un pozzo che educare? Non bisogna sviluppare ‘cose’, bisogna sviluppare l'uomo!".
Questa priorità è stata ribadita sia alle Organizzazioni internazionali di aiuto, che alla rete Caritas, ma anche ai Vescovi dei paesi poveri, che sono i primi responsabili dei progetti realizzati, con l'approvazione e col sostegno delle Autorità ecclesiali, nelle loro Diocesi.
Come conseguenza di tale priorità da assegnare alla formazione delle persone è scaturito dalla Conferenza un appello conclusivo, ripreso da Peter Weiderud, Direttore per gli Affari Internazionali del Consiglio Mondiale delle Chiese: "Diamo una prospettiva al nostro lavoro caritativo, che vada al di là dell'emergenza umanitaria ma porti ‘educazione’ tra i più poveri! Formiamo i nostri animatori a coinvolgersi di più con le popolazioni locali! Questo permetterà più facilmente la comunicazione della fede, scopo ultimo di ogni nostra azione".
Gli approfondimenti delle tre giornate - soffermandosi sui diversi aspetti della solidarietà: antropologico, culturale, tecnico-politico e interreligioso - hanno messo in evidenza i punti salienti del rapporto tra impegno caritativo e dimensione religiosa della carità. E' stato anche sottolineato il rischio di un certo "nominalismo", che usa termini cristiani, svuotandoli però del loro essenziale contenuto di fede.

La necessità di una collaborazione sempre più stretta tra Organizzazioni internazionali caritative, Caritas nazionali, Vescovi e il Pontificio Consiglio "Cor Unum" è stata ribadita al termine dei lavori della Plenaria, conclusi da Sua Ecc. Mons. Paul Josef Cordes, Presidente di "Cor Unum": "Questo permetterà alle nostre realtà che ogni giorno servono milioni di poveri nel mondo, di far trasparire sempre più l'amore di Dio, che, come per Madre Teresa di Calcutta, raggiungeva le persone attraverso ogni più piccolo gesto". (S.L.) (Agenzia Fides 26/11/2003 – Righe 33; Parole 414)


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