AFRICA/COSTA D’AVORIO - ATTESA PER LA PARTECIPAZIONE AL GOVERNO DEI MINISTRI ESPRESSI DALLA RIBELLIONE. IMPORTANTE INCONTRO TRA I PRESIDENTI DI BURKINA FASO E COSTA D’AVORIO

giovedì, 27 novembre 2003

Abidjan (Agenzia Fides)-“Si tratta di un incontro chiave per risolvere la crisi in Costa d’Avorio” dice all’Agenzia Fides un osservatore della Chiesa locale a Abidjan, commentando l’incontro avvenuto ieri, 26 novembre, a Ouagadougou tra il Presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré, e il suo omologo ivoriano, Laurent Gbagbo. “Pur non essendo trapelata alcun indiscrezione sui contenuti discussi dai due Capi di Stato, si può dire che le tre ore di colloquio faccia a faccia diano l’idea di un avanzamento delle relazioni tra i due paesi” afferma la fonte di Fides. Negli ultimi mesi era cresciuta la tensione tra Burkina Faso e Costa d’Avorio, soprattutto perché Abidjan accusava Ouagadougou di appoggiare i ribelli che occupano la parte nord della Costa d’Avorio, al confine con il Burkina. “Il ristabilimento di un clima più disteso tra i due paesi avviene grazie all’impegno dei membri della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS/CEDEAO) che stanno cercano una soluzione alla crisi ivoriana” dice la nostra fonte.
“Un test decisivo per verificare l’efficacia della mediazione internazionale si avrà oggi, con la riunione del governo di unità nazionale. Bisognerà vedere se vi prenderanno parte i ministri che rappresentano i ribelli, riuniti sotto la sigla ‘Forze Nuove’, che da tempo hanno sospeso la loro partecipazione all’esecutivo per protestare contro le presunte violazioni del Presidente Gbagbo degli accordi di pace” riferisce la fonte di Fides. “Tutti i capi di stato e di governo della ECOWAS/CEDEAO hanno affermato che una delle condizione per sbloccare la situazione della Costa d’Avorio, sia il ritorno alle loro funzioni dei ministri delle Forze Nuove. Questo concetto è stato espresso anche dal Presidente della Commissione Europea, Romano Prodi, che ha visitato di recente il paese.
Il governo di Unità nazionale, guidato dal primo ministro Seydou Diarra, è nato in base agli accordi di Marcoussis (Francia) del gennaio di quest’anno che hanno messo fine agli scontri tra governo e alcuni gruppi ribelli, esplosi nel settembre 2002. A dispetto degli accordi, però, la situazione del paese rimane sospesa in uno stallo pericoloso, perché la violenza potrebbe riesplodere da un momento all’altro. Due giorni fa, lo stesso Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, aveva lanciato l’allarme su un possibile ritorno della guerra.
“A di là dello scontro verbale tra una parte dell’esercito e i ribelli, che aveva fatto salire la tensione, è chiaro che la situazione è insostenibile soprattutto per le popolazioni che vivono nelle zone sotto controllo ribelle, dove il sistema economico ordinario è saltato ed è stato sostituito da un’economia informale, per non dire criminale” dicono le fonti di Fides. “In queste condizioni il paese attende una svolta, che può essere impressa da uno sblocco dei negoziati oppure, Dio non voglia, dalla guerra”.
(L.M.) (Agenzia Fides 27/11/2003, righe 38 parole 478)


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