ASIA/COREA DEL SUD - PREOCCUPAZIONE DELLA CHIESA PER GLI EMIGRATI IRREGOLARI, FORZA LAVORO SENZA DIRITTI E FUORI DA OGNI RETE ASSISTENZIALE, DESTINATI AL RIMPATRIO

mercoledì, 19 novembre 2003

Seul (Agenzia Fides) – Preoccupazione per le condizioni di vita degli immigrati clandestini in Corea, spesso al limite della sopravvivenza e delle dignità umana, è stata espressa dalla Commissione per la Cura pastorale dei migranti e degli itineranti appartenente alla Conferenza Episcopale della Corea. La Commissione ha convocato sabato 15 novembre, una riunione dei responsabili diocesani della pastorale dell’immigrazione per fare il punto sulla situazione. Mons. Peter Kang U-il ha sottolineato i problemi dei 130mila immigrati irregolari, che mancano di premesso di soggiorno, sono costretti a nascondersi dalla polizia e sono quindi al di fuori di ogni rete assistenziale. Un ulteriore incontro è stato fissato per il 12 dicembre, in collaborazione con la Commissione episcopale che si occupa dei problemi sociali e del lavoro.
Secondo gli osservatori, Seul è alle strette per una crisi economica che sta investendo il settore industriale, soprattutto le grandi aziende, che mette in pericolo posti di lavoro per migliaia di operai del settore e ha causato nei mesi scorsi scioperi e proteste dei sindacati. Per questo gli immigrati sono tenuti in un “limbo” in cui non maturino diritti di residenza nel paese e possono essere rimpatriati, a seconda delle necessitò del mercato del lavoro, allo scadere del permesso di soggiorno quadriennale.
In questa condizione di estrema precarietà, di recente due immigrati irregolari, di Bangladesh e Sri Lanka, disperati per le uniche alternative di partenza volontaria o deportazione forzata, si sono suicidati: un caso che ha fatto scalpore in Corea e ha sollecitato gli interventi di associazioni per i diritti umani e delle comunità cattoliche.
Secondo dati del Ministero della Giustizia coreano, gli immigrati destinati al rimpatrio sono 130.000. Di costoro 80mila hanno il permesso di soggiorno quadriennale in scadenza, che non è stato rinnovato; 50mila non sono rientrati nella nuova legislazione sull’immigrazione. Ad oggi solo 10.000 lavoratori immigrati hanno lasciato il paese, gli altri continuano a nascondersi e vivere in clandestinità.
(PA) (Agenzia Fides 19/11/2003 lines 31 words 294)


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