AFRICA/TANZANIA-UGANDA - CANTO E DANZA PER CELEBRARE L’EUCARESTIA, MA “La più bella Pasqua l’ho vissuta nel carcere minorile” DICE UN MISSIONARIO

mercoledì, 16 aprile 2003

Mbarara (Agenzia Fides) - “Nell’Africa subsahariana l’Eucarestia ha un grande valore sociale, rappresenta un momento di incontro della comunità. Vi sono ancora difficoltà invece a intenderne pienamente il valore spirituale e a penetrarne nel profondo la simbologia, dato che pane e vino non sono elementi tipici della mensa di una famiglia africana”. Lo spiega all’Agenzia Fides padre Gianfrancesco Sisto OFM, missionario nella Viceprovincia africana di San Francesco, che abbraccia numerose missioni nell’Africa subsahariana.
Padre Sisto ha esperienza di missionario in Tanzania e Uganda. “A Butimba, in Tanzania, una zona molto povera - spiega - la Messa è per la gente non solo celebrazione del Mistero ma anche momento di aggregazione. E' necessario comunicare quanto avviene nelle altre parti della parrocchia, diffondere le notizie nazionali e internazionali, informare sulle iniziative mediche e scolastiche. A volte, avevo quasi l'impressione che sul Sacramento prevalessero gli elementi di contorno. La Santa Messa diventa quindi un’occasione per socializzare, un po’ come succede nel Vecchio continente. E’ un rito a cui si partecipa perchè lo fanno tutti: rientra nella mentalità africana, che è molto collettivista”.
In Uganda le celebrazioni prevedono, oltre al canto, anche la danza: “Nella diocesi di Mbarara la danza serve ad esprimere anche col corpo la lode al Signore della vita: si danza all’inizio della celebrazione, all’offertorio, dopo la Comunione, alla fine della Messa”. La missione francescana si trova sulla collina di Kakoba, in un’area a maggioranza musulmana dove - spiega p. Sisto - “c’è la necessità di una preghiera e di una testimonianza più coraggiosa. L’Adorazione Eucaristica settimanale è molto sentita: la preghiera si svolge con canti, momenti di silenzio, brani della Parola di Dio, lunghe preghiere spontanee. Credo che quando la gente riesca a parlare direttamente con Gesù presente nell’Eucarestia, vuol dire che ha un rapporto profondo con Lui”.
Un’esperienza particolare - continua il missionario - è quella di “celebrare l’Eucarestia nel carcere minorile di Mbarara, dove i giovani nonostante le condizioni precarie in cui vivono, al momento dell'Eucarestia riescono a fare spazio alla Parola che li fa sentire figli di Dio nonostante i crimini commessi. Credo di poter dire che le più belle Pasque della mia vita siano state celebrate in prigione. Il Risorto ci ha comunicato la sua pace e la sua gioia in un posto considerato un inferno. Abbiamo così sperimentato più volte la sua presenza mediante l'effusione dello Spirito Santo”.
(PA) (Agenzia Fides16/4/2003 lines: 41 words: 486 )


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