AFRICA/SOMALIA - ANCORA MISTERO SULLE MOTIVAZIONI DELL’UCCISIONE DI ANNALENA TONELLI NONOSTANTE GLI ULTIMI ARRESTI

mercoledì, 5 novembre 2003

Gibuti (Agenzia Fides)- “È difficile capire quali siano le responsabilità degli uomini arrestati per l’uccisione di Annalena Tonelli” dice all’Agenzia Fides mons. Sandro De Pretis, vicario generale di Gibuti, commentando la notizia dell’arresto di alcune persone accusate di aver partecipato all’omicidio della dottoressa Tonelli, avvenuto il 5 ottobre a Borama. Il 30 ottobre scorso le autorità del Somaliland, regione del nord della Somalia autoproclamatasi indipendente, avevano annunciato l’arresto di cinque persone in relazione all’omicidio di Annalena Tonelli e di altre 17 per la morte dei coniugi Eyeington, i due volontari inglesi uccisi il 20 ottobre a Sheikh, nei pressi di Berbera.
“Sono appena tornato da Borama dove Annalena Tonelli gestiva l’ospedale da lei fondato per la cura dei malati di tubercolosi. La gente è ancora sconcertata per la morte della volontaria italiana e per il momento il movente dell’assassinio rimane misterioso. Tutti però sono convinti che l’omicida non ha agito da solo e che facesse parte di un gruppo organizzato.” dice mons, De Pretis. Dopo l’omicidio dei volontari inglesi, il governo del Somaliland ha invitato tutti gli stranieri ad abbandonare le zone rurali e a recarsi ad Hargheisa, la capitale, dove è possibile garantire la loro sicurezza. “È un segnale preoccupante, ma anche in questo caso vi sono diverse interpretazioni; c’è chi parla di una strategia per destabilizzare il governo del Somaliland, altri invece sostengono che sono estremisti islamici venuti dall’estero a volere eliminare ogni presenza straniera da quella terra” dice mons. De Pretis.
Proprio oggi, le Nazioni Unite hanno diffuso un rapporto sulle infiltrazioni terroristiche in Somalia. Secondo l’ONU il paese sarebbe da tempo un’importante retrovia per gruppi terroristici, alcuni dei quali si sono resi responsabili degli attentati compiuti in Kenya nel 2002. Sull’allarme lanciato dall’ONU mons. De Pretis dice “Un paese, come la Somalia, che vive in condizioni di anarchia da almeno 12 anni, è certo aperto a tutte le influenze negative, comprese quelle del terrorismo. Penso però che il problema riguardi soprattutto Mogadiscio, perché nella Somalia rurale dove vi sono pochi abitanti che si conoscono tra loro, è difficile nascondersi. La capitale è invece controllata da diversi signori della guerra, disposti per denaro ad appoggiare chiunque.”
In questa situazione rimane drammatica la condizione dei civili somali, soprattutto dopo le restrizioni alle quali sono costretti gli operatori umanitari. “A Borama dopo la morte di Annalena Tonelli la situazione ora è calma ma non si ancora come continuare la sua opera” dice mons De Pretis. “Stiamo cercando una persona che si impegni a gestire l’ospedale fondato da Annalena. Per il momento lì non vi sono operatori stranieri. Purtroppo ci siamo resi conto che vi sia uno straniero che gestisca l’ospedale perché non è soggetto a quelle pressioni claniche e tribali alle quali è sottoposto un somalo”.
Il 3 novembre il Presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, con una medaglia d’oro al merito civile concessa alla memoria ha voluto ricordare la dottoressa Tonelli. La motivazione ufficiale recita: “per instancabile, silenzioso e appassionato impegno a favore dei profughi e dei rifugiati somali”. (L.M.) (Agenzia Fides 5/11/2003 righe 41 parole 521)


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