ASIA/NEPAL - UNA VITA SPESA PER I LEBBROSI, I DROGATI E I MALATI DI AIDS: L’ESPERIENZA DI UN PRETE-CORAGGIO IN NEPAL

giovedì, 30 ottobre 2003

Birganj (Agenzia Fides) – Il lebbrosario che conduce lo chiamano “Piccolo fiore” ed è una realtà apprezzata da tutta la popolazione. Ma oggi il sacerdote diocesano padre Christdas, 64 anni, ha cominciato ad occuparsi anche di drogati e malati di Aids, sempre più numerosi in Nepal, che vengono a bussare alla sua porta, chiedendo aiuto.
Il sacerdote ha avviato un lebbrosario a Birganj, lungo il confine indo-nepalese, ma ben presto si è scontrato con il problema della tossicodipendenza e dell’Aids che coinvolge numerose persone nella zona compresa fra le città indiana di Raxaul e la nepalese Birganj. “Oltre il 50% dei tossicodipendenti della zona, soprattutto giovani, vorrebbe disintossicarsi e riabilitarsi, ma solo un minima percentuale di loro ha un’opportunità di rimettersi e tornare a una vita normale”, ha spiegato all’Agenzia Fides il sacerdote.
Secondo una indagine condotta dallo Students Awakening Forum (SAF), associazione studentesca di Birganj, vi sono oltre 6.000 tossicodipendenti nella zona di Birganj (nel Sud del Nepal), e oltre 500 persone hanno contratto l’Hiv, rischiando di contagiare in breve migliaia di persone. I drogati hanno un’età compresa fra i 14 e i 29 anni, ma sono segnalati anche casi di minorenni già vittime della droga.
“Il governo dovrebbe prendere atto di questa situazione e adottare dovute contromisure – dice p. Christdas – altrimenti la popolazione rischia il disastro sociale, soprattutto perchè le vittime sono i giovani, che costituiscono il futuro della nazione”.
Il sacerdote aveva lanciato già nel 1990 un movimento contro l’uso della droga, “ma la gente del luogo ha sottovalutato il pericolo della tossicodipendenza: oggi se ne vedono i drammatici effetti. Molte realtà cattoliche sono impegnate in Nepal per affrontare il problema della tossicodipendenza, ma è necessaria maggiore collaborazione fra il governo indiano e nepalese per bloccare i traffici nella zona di confine”.
(PA) (Agenzia Fides 30/10/2003 lines 31 words 319)


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