EUROPA/ITALIA - DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE 2003: UNICA VIA E’ RICONOSCERE AGLI IMMIGRATI PARI DIGNITA’ NEI DIRITTI E NEI DOVERI, OFFRENDO LORO POSSIBILITA’ CONCRETE DI VIVERE ATTIVAMENTE LA REALTA’ SOCIALE E SPIRITUALE DELL’ITALIA E DELL’UNIONE EUROPEA

mercoledì, 29 ottobre 2003

Roma (Agenzia Fides) - Nel mondo ci sono 175 milioni di migranti, secondo l’ultimo censimento fatto dall’Onu nel 2000. Contrariamente a quanto si pensa, i migranti sono concentrati più nei Paesi in via di sviluppo (98.678.000 pari al 56,3%) che in quelli a sviluppo avanzato (76.441.000 pari al 43,7%). Tuttavia l’incidenza degli immigrati sulla popolazione residente è molto più alta nei Paesi ricchi: 8,9% rispetto all’1,9%. Nel mondo 2,4 miliardi di persone sopravvivono con una media di 6 dollari al giorno: una buona metà di loro con meno di un dollaro.Raramente è la libera scelta a spingere una persona a trasferirsi in un altro Paese, come ha sottolineato Giovanni Paolo II, per lo più si fugge da condizioni di vita divenute insostenibili. A sottolinearlo è il “Dossier statistico immigrazione 2003” presentato ieri alla stampa. Il XIII Rapporto sull’immigrazione è stato realizzato da Caritas italiana, Fondazione Migrantes, Caritas Roma.
Secondo i dati del Ministero dell’Interno, alla fine del 2002 i permessi di soggiorno in Italia erano 1.512.324, facendo registrare, nel corso di un anno, un aumento del 10,8%. Riguardo ai Paesi di provenienza, al primo posto si colloca il Marocco (11,4% del totale) quasi alla pari con l’Albania (11,2%), mentre segue il gruppo romeno, quindi quello filippino e infine cinese. A livello di provenienze continentali prevalgono gli europei extracomunitari (32,3%) su africani (26,5%), asiatici (18,5%), americani (11,8%) ed europei comunitari (10,2%). Tra i 1.512.324 stranieri regolarmente presenti alla fine del 2002 si calcola che vi siano 690.523 cristiani (45,7% di cui circa la metà cattolici), 553.007 musulmani (36,6%), 4.203 ebrei, 39.416 induisti, 37.489 buddisti. Riguardo alla situazione sanitaria, il pregiudizio degli immigrati considerati portatori di malattie infettive e tropicali non trova riscontro nelle patologie prevalenti causa di ricovero: malattie alle vie respiratorie, disturbi gastrointestinali, malattie dermatologiche, da mettere in stretta relazione con le precarie condizioni di vita.
“Caritas Italiana, Fondazione Migrantes e Caritas diocesana di Roma, nel presentare questa edizione del dossier 2003, ribadiscono di considerare le migrazioni contemporanee come un dato con cui convivere. E come un'opportunità da non sciupare – ha detto il Direttore della Caritas italiana, don Vittorio Nozza -. Non abbiamo preclusioni o pregiudizi etnico-razziali. Accettiamo tutte le misure, comprese le più sofisticate tecnologie, per combattere il traffico delle persone e le speculazioni sulla miseria. Lavoriamo perché siano percorse strade di giustizia e di sviluppo in questo mondo tanto globalizzato quanto frammentato in isole di egoismo. Siamo contro ogni fondamentalismo. Riteniamo essenziale da un punto di vista giuridico il rispetto di ogni legge vigente in Italia e un’ampia azione di educazione alla legalità diffusa. E riteniamo altresì importante dal punto di vista culturale la cura e il rispetto delle radici cristiane della nostra nazione e dell’Europa stessa.” (S.L.) (Agenzia Fides 29/10/2003; Righe: 34; Parole 461)


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