ASIA/NEPAL - “URGE UN INTERVENTO DELL’ONU IN NEPAL PER MEDIARE FRA GOVERNO E RIBELLI”: L’APPELLO DEL PRO-PREFETTO APOSTOLICO IN NEPAL

mercoledì, 29 ottobre 2003

Kathmandu (Agenzia Fides) – “Occorre una terza parte per svolgere una mediazione. La situazione sta precipitando. Chiediamo l’intervento dell’Onu: è l’unica strada per cercare di riavviare il dialogo”: è l’appello consegnato all’Agenzia Fides da padre Pius Perumana, gesuita, Pro–Prefetto Apostolico in Nepal. L’intervento di padre Perumana giunge dopo l’ultimo attacco dei ribelli maoisti che oggi, 29 ottobre, ha causato la morte di sei poliziotti, un soldato e due civili, uccisi in un assalto dei ribelli maoisti ad un posto di polizia a Susuwa, a ovest della capitale Katmandu.
In un colloquio con l’Agenzia Fides, p. Pius afferma: “La tensione è palpabile. Negli ultimi tempi si sono susseguiti attacchi dei ribelli e controffensive dell’esercito governativo. Ma stretti in mezzo al fuoco incrociato vi sono i civili innocenti che subiscono la violenza. C’è paura fra la gente per attacchi a sorpresa. Il dialogo è fermo, occorre ritrovare con urgenza la via del negoziato, ma serve un mediatore neutrale come l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Specialmente nei villaggi la gente non ha scelta: gli uomini sono costretti ad unirsi ai ribelli o i villaggi sono rasi al suolo: è terribile”.
“Speriamo e preghiamo che possa ritornare la pace. Per tornare al dialogo interrotto due mesi fa occorre coinvolgere un numero maggiore di leader politici, del governo e dell’opposizione. Ma il primo passo è deporre le armi”.
P Pius spiega che “in molte zone la situazione è tranquilla, ma alcuni luoghi pubblici, posti di polizia, istituzioni civili sono in allarme. Non vi sono minacce particolari per la comunità cattolica, che condivide la sorte della popolazione: continuiamo il lavoro pastorale e di educazione nelle nostre chiese e nelle scuole”.
Intanto la Chiesa cattolica sta costruendo nella capitale Kathmandu un nuovo centro pastorale che sarà approntato per la fine di novembre. Fra tensione e paura, il lavoro di evangelizzazione e promozione umana continua.
La comunità cattolica ha subito di recente un attacco alla missione di Okhrey, a Dharan, 500 km a sud della capitale, dove le Suore della Beata Vergine Maria (suore loretane) gestivano il “Loreto Day Care Centre”, che dispensava assistenza sanitaria, medicine, aiuti per i poveri. L’attacco dei ribelli maoisti, avvenuto il 19 settembre, non ha causato vittime perchè in quel momento le suore non erano in sede, ma ha distrutto completamente la struttura, gli strumenti e le forniture di medicinali.
Nel piccolo stato montagnoso del Tibet vi sono circa 6.000 cattolici, assistiti dai padri gesuiti e da alcune congregazioni religiose femminili, sotto la giurisdizione della missione istituita nel 1983, elevata a Prefettura Apostolica nel 1996.
Le missioni e le scuole cattoliche in Nepal hanno sofferto negli ultimi anni per lo scontro fra governo e ribelli maoisti, una guerra civile che in sette anni ha provocato circa 8.000 morti. Tre scuole cattoliche in distretti di montagna, sottoposte a minacce, hanno dovuto chiudere per due anni. La Chiesa cattolica gestisce in Nepal 23 scuole frequentate anche da alunni non cristiani.
(PA) (Agenzia Fides 29/10/2003 lines 45 words 514)


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