AFRICA/CONGO RD - MENTRE IL PAESE SI AVVIA VERSO LA NORMALIZZAZIONE CONTINUA LA PRESENZA DELL’ESERCITO RWANDESE NELL’EST DEL CONGO. 800 RAGAZZI CONGOLESI RECLUTATI PER ESSERE ADDESTRATI IN RWANDA

lunedì, 27 ottobre 2003

Kinshasa (Agenzia Fides)- “È difficile credere alle smentite rwandesi secondo le quali non hanno truppe in questa parte del Congo” riferiscono all’Agenzia Fides alcune fonti missionarie contattate nel nord Kivu (est della Repubblica Democratica del Congo), dove da giorni rappresentati della società civile e delle organizzazioni umanitarie denunciano un rafforzamento delle truppe dell’esercito rwandese. “Anche durante la guerra del 1996-97, il Rwanda ha negato per un anno intero la presenza del suo esercito” dicono le fonti di Fides. “L’APR (Armée Patriotique Rwandaise, l’esercito rwandese che comprende Tutsi e Hutu) si è semplicemente spostata in zone meno popolate e ha adottato un basso profilo”.
Secondo le fonti dell’Agenzia Fides “queste manovre vanno messe in relazione con il processo di pacificazione della Repubblica Democratica del Congo. Il paese sta in effetti ritrovando la sua unità e le zone che da anni erano in mano ai ribelli appoggiati da Rwanda e Uganda stanno tornando sotto il controllo del governo di Kinshasa. Proprio in questi giorni è arrivato dalla capitale il responsabile regionale dell’esercito congolese. I vicini del Congo stanno posizionando le loro pedine in attesa di sviluppi futuri. In questo ambito rientra anche il reclutamento di giovani congolesi per creare nuove milizie e spargere nuova violenza e confusione. Sappiamo con certezza che, una decina di giorni fa, circa 800 ragazzi congolesi sono stati inviati in Rwanda per seguire corsi di addestramento militare.” Nonostante la mobilitazione di organizzazioni umanitarie e di alcuni organi di stampa (vedi Fides 14/10/2003 http://www.fides.org/ita/news/2003/0310/14_1269.html) continuano così le manovre per destabilizzare il Nord e Sud Kivu.
Il 24 ottobre, le Nazioni Unite avevano annunciato la pubblicazione di un nuovo rapporto sullo sfruttamento delle risorse naturali della Repubblica Democratica del congo (RDC). Secondo il documento negli ultimi tempi si è registrata una temporanea riduzione nel volume dei minerali illegalmente estratti ed esportati dal territorio congolese. Il rapporto è stato preparato da una commissione di esperti incaricata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di investigare sugli interessi che si nascondono dietro la guerra nella Repubblica Democratica del Congo. Gli esperti dell’ONU in 3 precedenti rapporti avevano accusato Rwanda, Uganda e Zimbabwe, aiutati da ufficiali e ribelli congolesi e da reti criminali internazionali di sfruttare le ricchezze congolesi e di prolungare appositamente la guerra per nascondere questo sfruttamento. Tra queste risorse vi sono oro, diamanti, niobio, cassiterite, cobalto, rame e l’ormai famigerato coltan, usato nell’industria elettronica (telefoni cellulari e videogiochi).
La commissione di esperti afferma che i le ricchezze illegalmente sottratte ai congolesi passano, molto probabilmente attraverso Burundi, Rwanda, Uganda e Zimbabwe oltre ad Angola, Repubblica Centrafricana, Kenya, Mozambico, Congo Brazzaville, Tanzania e Zambia.
Il rapporto, infine, nomina 85 multinazionali di Sudafrica, Europa e altre parti del mondo che avrebbero violato le norme etiche relative allo sfruttamento delle ricchezze congolesi.
(L.M.) (Agenzia Fides 27/10/2003, righe 43 parole 493)


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