AFRICA/CONGO RD - I RIFLETTORI DELL’INFORMAZIONE PIÙ FORTI DEI TAMBURI DI GUERRA. SVENTATO IL TENTATIVO DI RIACCENDERE LA GUERRA NEL KIVU NELL’EST DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO. MA PER QUANTO?

martedì, 14 ottobre 2003

Bukavu (Agenzia Fides)- “Siamo riusciti a fermare la macchina che da tempo si era messa in moto per riaccendere la guerra nel Kivu; e questo grazie alla pressione esercita da alcuni mezzi di informazione che hanno denunciato per tempo i preparativi bellici” dice da Bukavu (Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo) all’Agenzia Fides un missionario che da anni opera nella zona e del quale non ne citiamo il nome per motivi di sicurezza “L’informazione è l’unica arma che abbiamo, dopo la preghiera, per scongiurare trame e macchinazioni per alimentare la violenza nel Congo”.
Come riportato più volte dall’Agenzia Fides (verdi in particolare Fides 7 ottobre 2003, http://www.fides.org/ita/news/2003/0310/07_1192.html) i missionari e membri della società civile congolese avevano lanciato l’allarme sui preparativi in corso per scatenare una nuova ondata di violenza. Tra i diversi interventi ricordiamo in particolare quello del Vicario generale della diocesi di Bukavu, mons. Xavier Maroy Rusengo, che in un comunicato aveva così denunciato la situazione: “da tempo vi sono voci che affermano che un’altra guerra è in preparazione. Chi la prepara e contro chi? In certe contrade della diocesi, vi sono tentativi di equipaggiare i giovani con armi, munizioni, telefoni…per quali fini? Abbiamo saputo che si tengono riunioni, persino da uomini che frequentano la nostra Chiesa, per preparare attacchi dei quali ignoriamo i veri protagonisti.” Mons. Rusengo affermava preoccupato: “vi è dunque il rischio di massacri su vasta scala come a Kisangani, in Ituri, o in altre zone, ma chi ci guadagna dalla morte di innocenti? Vi sono persone che cercano persino di mettere le tribù l’una contro l’altra; cosa che non è mai riuscita qui da noi. Rimaniamo tutti fratelli ed evitiamo la maledizione di Caino” (vedi Fides 22 settembre 2003, http://www.fides.org/ita/news/2003/0309/22_1060.html ).
“Già ad agosto eravamo riusciti a fermare un tentativo di rovesciare il Presidente Kabila, denunciando per tempo i tentativi di colpo di stato” ricorda il missionario. “Dobbiamo però continuare a tenere alta l’attenzione sul Congo perché vi sono tanti interessi per perpetuare la guerra”.
“La situazione è tranquilla nella città della regione”dice il religioso “A Bukavu, per esempio, si vive in relativa sicurezza in un raggio di una decina di chilometri dalla città, ma non si può dire lo stesso per i villaggi dell’interno, dove continuano gli attacchi dei vari gruppi armati che agiscono in questa zona del Congo”. L’ultimo massacro è avvenuto pochi giorni fa in un villaggio nei pressi di Uvira dove almeno 16 persone, in gran parte donne e bambini, sono state massacrate all’arma bianca. “I responsabili di questo ennesimo eccidio sono i ribelli burundesi appartenenti al FDD (Forze per la Difesa della Democrazia) che usano le foreste del Kivu come base arretrata per i loro attacchi contro il territorio del Burundi” afferma la fonte di Fides. “Si sta discutendo su chi e come deve fermare i gruppi armati presenti nel Congo, ma finora non si è giunto a nessun accordo”. La forza ONU per il Congo (MONUC) ha inviato un contingente nel Kivu ma secondo le fonti di Fides “occorrono molti più soldati per assicurare il controllo del territorio, e in mancanza di un accordo politico i caschi blu non può procedere al disarmo dei gruppi armati.” (L.M.) (Agenzia Fides 14/10/2003 righe parole )


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