AFRICA/ZIMBABWE - Nuove pressioni sul governo dello Zimbabwe: questa volta anche dai Paesi africani

giovedì, 22 marzo 2007

Harare (Agenzia Fides)- Dopo anni di passività anche i Paesi africani iniziano a criticare il Presidente Robert Mugabe per la repressione nei confronti degli oppositori e la forte limitazione dei diritti umani. Secondo il Presidente dello Zambia, Levy Mwanawasa , lo Zimbabwe “è un Titanic che sta affondando” sotto il peso della sua pesante crisi economica, sociale e politica.
Durante la sua visita in Namibia, il Presidente dello Zambia ha criticato l’approccio diplomatico finora seguito dalla Comunità di Sviluppo dell’Africa del Sud (SADC). “La diplomazia discreta- ha affermato Mwanawasa - non è riuscita a fornire alcun contributo per risolvere il caos politico e il collasso economico nello Zimbabwe”. “Proprio mentre sto parlando, uno Stato membro della SADC è sprofondato in difficoltà economiche tali da poter essere paragonato a un Titanic che affonda, e i cui passeggeri si gettano a mare pur di salvarsi la vita” ha aggiunto.
La linea di dialogo finora seguita dai Paesi dell’Africa australe è state imposta dal Sudafrica, il quale però ha ultimamente richiamato il governo dello Zimbabwe a rispettare i diritti umani e le procedure democratiche. Il passo del governo sudafricano è avvenuto in reazione all’arresto e al brutale pestaggio del leader dell’opposizione, Morgan Tsvangirai, e di una trentina di suoi sostenitori (vedi Fides 14 marzo 2007). Anche gli Stati Uniti e l’Unione Europea sostengono un approccio più diretto (con sanzioni “mirate” ai sostenitori di Mugabe) e meno diplomatico per costringere il regime dello Zimbabwe a un cambiamento di politica. L’atteggiamento di acquiescenza del governo sudafricano era stato criticato da Mons. Pius Ncube, Arcivescovo di Bulawayo, che ha auspicato l’imposizione di sanzioni anche da parte dei Paesi limitrofi.
Finora il Presidente Mugabe era riuscito a sfuggire alla condanna degli altri Paesi africani, affermando di essere vittima di un “complotto occidentale” a causa del suo programma di distribuzione della terra dei 4mila coloni di origine europea alla popolazione del Paese. Se è vero che esisteva un serio problema di giustizia sociale (la stragrande maggioranza delle terre migliori era posseduta dai discendenti degli antichi colonizzatori), è altrettanto vero che il programma di distribuzione della terra è stato condotto in modo tale da distruggere l’economia del Paese. Non si è infatti elaborato un piano di sviluppo reale della popolazione locale ma si è seguita solo la logica di premiare i sostenitori del regime, assegnando le imprese agricole a persone prive delle capacità di gestirle.
Dopo le dichiarazioni del Presidente dello Zambia, diversi commentatori affermano che appare probabile un cambiamento della posizione della SADC nei confronti del regime di Mugabe. (L.M.) (Agenzia Fides 22/3/2007 righe 35 parole 440)


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