ASIA/IRAQ - “RISTABILIRE LA SICUREZZA E RISPETTARE L’AUTONOMIA E LA NEUTRALITÀ DELLE ORGANIZZAZIONI UMANITARIE” DICE LAURA BOLDRINI PORTAVOCE DELL’ UNHCR

venerdì, 11 aprile 2003

Roma (Agenzia Fides)- “La priorità numero uno in Iraq è ristabilire un minimo di ordine pubblico. Solo così le organizzazioni umanitarie potranno operare in condizioni di sicurezza.” Lo dice all’Agenzia Fides Laura Boldrini portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), che è appena tornata da una missione nella regione mediorientale. “La situazione di caos, con saccheggi che non risparmiano nemmeno gli uffici dell’ONU, non permette certo la distribuzione di aiuti che sono già pronti nei paesi confinanti con l’Iraq. Occorre far presto per ristabilire l’ordine, se no si rischia di creare una situazione ingovernabile dalla quale sarà difficile uscire. Bisogna evitare anche le vendette e le rappresaglie che potrebbero innescare un conflitto civile. Questo compito deve essere eseguito in modo da rispettare l’indipendenza, l’autonomia e la neutralità del lavoro delle organizzazioni umanitarie, e questo è impossibile quando una forza occupante opera nel paese” afferma la rappresentante dell’ UNHCR.
“Sul piano umanitario l’emergenza principale è quella sanitaria. Gli ospedali iracheni hanno medici e infermieri di prim’ordine, ma mancano di medicine e attrezzature oltre ad acqua ed elettricità”.
Riguardo all’assistenza ai profughi Laura Boldrini dice: “Nei campi di accoglienza in Giordania, Iran e Siria siamo pronti ad accogliere fino a 350mila persone in fuga dall’Iraq. Finora sono fuggiti soprattutto lavoratori stranieri, dai somali ai sudanesi, ma praticamente non vi sono iracheni, scoraggiati dalle intimidazioni del regime, dai pericoli da affrontare durante il viaggio e dall’alto costo del trasporto. In Iraq inoltre prima della guerra era stato distribuito cibo sufficiente a sfamare la popolazione fino alla fine di aprile. La nostra preoccupazione ora è che se l’ordine pubblico non viene ristabilito rapidamente, si potrebbe verificare un esodo di popolazioni irachene con nuovi drammi umani”. (L.M.) (Agenzia Fides 11/4/2003 righe 28 parole 307)


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